Altragricoltura: “Indebite pressioni della Regione Campania su allevatori bufalini e veterinari pubblici”

Gianni Fabbris di Altragricoltura
Gianni Fabbris – foto di Altragricoltura©

Il lupo perde il pelo ma non il vizio, si sa: a darcene conferma – ancora una volta – è la Regione Campania, che ancora una volta irrompe sull’annosa vicenda della brucellosi bufalina con il su “stile”, fatto di mistificazione e prevaricazione, nel tentativo di imporre al mondo agricolo le sue logiche, i suoi interessi, le sue “verità”.

Ma non solo, perché la cronaca di questi giorni ci dimostra anche un grave tentativo di intimorire tanto gli allevatori quanto i veterinari pubblici coinvolti, spargendo – e non è la prima volta che accade – disinformazione a piene mani.

“Qualcuno” rimesta nel torbido

In barba all’esistenza di un Commissario nazionale per la brucellosi bufalina (e la tubercolosi bovina) eletto più di otto mesi fa, l’ente regionale ha infatti organizzato, come già annunciato prima di Natale, un incontro con gli allevatori, nel Comune di Cancello e Arnone. L’appuntamento, tenutosi giovedì 16 gennaio, era ufficialmente teso ad illustrare le procedure per la disinfezione delle stalle: un pretesto bell’e buono, a quanto denuncia Altragricoltura, in quanto nell’occasione “i solerti incaricati” della Regione “avrebbero fatto bene ad ascoltare gli allevatori ma non lo hanno fatto – ancora una volta – e hanno invece usato l’occasione per cercare di mettere gli allevatori contro la struttura commissariale, accusata – più o meno fra le righe – di un provvedimento che semmai è compreso nella disciplina nazionale su cui né la Regione Campania, né le Organizzazioni Professionali in passato hanno avuto alcunché da ridire”.

E così, anziché “fare quel passo indietro che il palese fallimento dei loro piani di eradicazione imporrebbe”, prosegue il sindacato agricolo di base, la Regione “continua in maniera imperterrita a provocare gli allevatori e a intimorire i veterinari, umiliando le loro capacità professionali”.

Tutto ciò, “nonostante qualche giorno fa”, aggiunge Altragricoltura, “il Commissario D’Alterio avesse chiarito la situazione nell’incontro pubblico con gli allevatori casertani che in massa avevano accolto l’invito a partecipare”. Tra gli operatori presenti, quelli del “Movimento Salviamo le Bufale” e quelli di Altragricoltura avevano riempito il Teatro della Legalità di Casal di Principe, e “con buona pace degli incaricati regionali senza competenze e delle loro palesi bugie, era stato comunicato che “la prevalenza della brucellosi è al 9%. Altro che aver risolto i problemi!”.

Un tentativo fallito

Sempre in quella sede il Commissario D’Alterio, dando atto che il contenimento dei problemi si è realizzato grazie alla “tenacia e alla lungimiranza degli allevatori” (“che fra l’altro”, spiega Altragricoltura, “hanno imposto con la vertenza la vaccinazione e l’autocontrollo ad una Regione che ha continuato a non volerne sentire parlare anche grazie alle bugie del dottor Antonio Limone”, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno), ha dovuto ricordare (chissà perché visto che è stato nominato con una norma del Governo) che esiste un solo Commissario Nazionale per la Brucellosi bufalina, “scrivendo la parola fine”, aggiungono quelli di Altragricoltura, “alle pretese di qualche luogotenente di metterlo in discussione”.

Le chiavi di lettura proposte da Gianni Fabbris

A tale proposito sulla questione è intervenuto Gianni Fabbris, segretario generale nazionale Altragricoltura, sottolineando che «In merito all’incontro tenuto due giorni or sono presso il Comune di Cancello e Arnone da incaricati della Regione Campania con gli allevatori con la motivazione di dover chiarire l’applicazione del “protocollo disinfezione aziendale”, rileviamo come l’incontro non solo non ha chiarito gli elementi utili agli allevatori ed agli stessi veterinari chiamati ad agire nelle stalle ma, anzi, ha ingenerato ulteriore confusione mettendo in evidenza la strumentalità dell’azione di alcuni uffici regionali, più interessati a imporre il proprio dominio ad allevatori e dipendenti della struttura sanitaria che a risolvere i problemi».

«Nel merito», ha proseguito Fabbris, «i principi richiamati nell’incontro derivano da un protocollo nazionale generico che vale per tutti gli allevamenti italiani e che, nel caso delle bufale, va rimodulato con saggezza tecnica e scientifica. Esattamente quello che, a seguito di diverse segnalazioni degli allevatori al neonato sportello di ascolto e assistenza della Rete per il Piano Partecipato (operativo presso la sede di Altragricoltura a Cancello e Arnone), abbiamo già posto alla struttura commissariale e che formalizzeremo nei prossimi giorni con la richiesta di chiarire, nel caso delle stalle casertane e campane, le modalità di applicazione». «Lo abbiamo fatto», ha proseguito il segretario nazionale di Altragricoltura, «anche nell’interesse generale del buon esito dell’applicazione del Piano di eradicazione che sta per gestire il Commissario ed evitare il fallimento di quello gestito dalla Regione Campania». 

«Gli allevatori», ha aggiunto Fabbris, «sanno bene quanto sia importante la disinfezione aziendale come anche sanno che spostare gli animali in caso di rischio di contaminazione è pericoloso e in alcuni casi ingestibile, rischiando di espandere la malattia invece che risolverla. In attesa che le nostre osservazioni trovino chiarimenti di merito puntuali dalla struttura commissariale, rileviamo come gli incaricati della Regione sono sembrati più interessati a mettere gli allevatori contro il Commissario Nazionale e ad affermare il potere dei soliti dirigenti locali piuttosto che ad ascoltare e proporre soluzioni credibili».

«Invitiamo tutti», ha concluso Fabbris, «compreso chi ha responsabilità sindacali, a dismettere i toni accusatori e ricattatori nei confronti degli allevatori e a facilitare il lavoro del Commissario, proponendo correttamente – e non in maniera strumentale – le questioni e i problemi».

22 gennaio 2025