Dramma in Brianza: allevatore muore nel tentativo di salvare le capre dal rogo

Carlo Biffi non è e più tra noi: non è morto per una malattia, e neanche per un incidente stradale. Carlo Biffi è semplicemente morto per “amore”, l’amore che lo legava alle sue capre: una vera e propria simbiosi, la dimensione che accomuna molti allevatori, tanto diversi tra loro – in tutto – ma uguali l’uno all’altro in questo.

Sabato scorso 25 gennaio Biffi, 59 anni, era intento assieme a un collega alla rimozione delle erbacce dal piazzale della propria azienda agricola – I Muron di Roncello – altrimenti conosciuta come Rio Vallone, nel Parco Agricolo Nord Est, meno di 20 chilometri a est di Monza. Nel primo pomeriggio, all’improvviso, i due hanno notato del fumo fuoriuscire dalla stalla. Quanto è seguito per Biffi è stato dettato dall’istinto e dal cuore: in un baleno l’allevatore si è lanciato all’interno della struttura, con l’intento – è evidente – di liberare le sue capre in pericolo.

Una volta dentro, la tragedia: l’uomo è stato presto sopraffatto dal denso fumo, cadendo a terra e perdendo i sensi. La richiesta di soccorso, partita tempestivamente, non è servita a salvare l’uomo: i sanitari intervenuti lo hanno estratto dalla stalla in condizioni critiche e in arresto cardiaco. A nulla sono valsi i tentativi di rianimazione sul posto e la corsa disperata verso l’ospedale: Biffi è deceduto poco dopo il suo arrivo all’ospedale di Vimercate. 

A quanto si è appreso in seguito l’allevatore è deceduto per intossicazione. In azienda il personale sanitario dell’Ats Monza Brianza, i Vigili del Fuoco e i Carabinieri hanno proseguito i propri interventi, salvando una parte delle capre e ultimando i rilievi, per stabilire le cause del rogo, che a quanto pare sarebbe stato causato da un corto circuito.

Lunedì 27 l’epilogo che mette la parola fine all’attività della coppia è arrivato con uno scarno annuncio della moglie Annalisa, sulla pagina Facebook dell’azienda: “Avviso che la pagina la chiudo, l’azienda agricola non ci sarà più. Ringrazio tutti coloro che hanno creduto in noi. Grazie”.

Ad Annalisa, ai familiari e agli amici dell’allevatore brianzolo vanno la vicinanza e le più sentite condoglianze della nostra Redazione e idealmente di una moltitudine di piccoli allevatori che – amando i loro animali – al posto di Carlo si sarebbero comportati nella stessa identica maniera.

31 gennaio 2025