
I massimi rappresentanti della Regione Toscana e della Regione Sardegna si sono incontrati nel senese durante lo scorso fine settimana per suggellare la comune volontà di rendere merito ai molti emigrati sardi che nel secondo dopoguerra giunsero nel centro Italia, al loro indefesso lavoro, al presidio del territorio e alla biodiversità che ne deriva.
I presidenti delle due regioni, Alessandra Todde (Sardegna) ed Eugenio Giani (Toscana) si sono dati appuntamento a Monteroni d’Arbia, nella Tenuta di Suvignano, dove hanno inaugurato la mostra multimediale “Spazio della narrazione della emigrazione e della pastorizia sarda nel Centro Italia”.
La mostra è stata allestita all’interno della tenuta di proprietà della Regione Toscana (fu confiscata anni fa alle mafie, ndr) e descrive i caratteri principali dell’emigrazione sarda nell’Italia peninsulare. Una volta inaugurata e visitata la mostra, il presidente Giani ha ricordato l’importanza del ruolo ricoperto dalla comunità dei pastori sardi nella storia recente della Toscana, che — ha sottolineato Giani – «ha avuto la capacità – attraverso la propria cultura, la propria laboriosità e il proprio impegno – di colmare il vuoto di tante aree interne e montane della Toscana generato dall’urbanizzazione di massa degli anni Sessanta e conseguente al boom economico e allo spostamento di un gran numero di contadini verso le fabbriche, nelle città».
“Nel passaggio generazionale», ha aggiunto il presidente della Regione Toscana, «l’esperienza dei pastori sardi ha consentito a tanti giovani di inserirsi nella vita toscana e di svolgere ruoli di assoluto significato. Sono convinto che quello di Suvignano sia l’ambiente più adatto per mettere in risalto e far conoscere questo insieme di valori culturali, sociali ed economici attraverso iniziative come questa, con la consapevolezza che il volto della Sardegna di oggi è quello della sua presidente Alessandra Todde: un volto bello, che trasmette empatia e tutti quei valori di una terra in grado di affascinare, anche nel modo in cui oggi è stata presentata in questa interessante iniziativa».
Il progetto ideale per la Tenuta di Suvignano
Il progetto calza a pennello nella realtà di Suvignano, una tenuta di 14mila metri quadrati di edifici e 650 ettari coltivati a grano, ulivi e viti, in cui si allevano ovini di razza sarda, grazie proprio all’impegno di pastori provenienti dall’isola. Ne emerge la narrazione di un mondo rappresentato da testimonianze filmiche, fotografiche, grafici, poesie, diari e disegni, con un ricco archivio digitale composto da foto di professionisti e istantanee di famiglia. L’iniziativa testimonia la trasformazione di una società, di un territorio, di una cultura tra passato e presente, con le mappe delle provenienze e le cronologie delle generazioni, le sue tracce identitarie, le narrazioni dei lunghi viaggi attraverso il territorio e la società toscana.
Il progetto di Suvignano nasce all’interno della Fasi (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), una rete composta da tredici circoli sardi del centro Italia, cinque dei quali attivi in Toscana, con capofila di progetto il Circolo Peppino Mereu di Monteroni d’Arbia. Il progetto, che vede il coinvolgimento diretto delle amministrazioni comunali di Monteroni d’Arbia e di Murlo – rappresentate dai sindaci Gabriele Berni e Davide Ricci – ha avuto l’approvazione dell’Assessorato all’agricoltura della Regione Toscana per un suo inserimento all’interno della Tenuta di Suvignano.
«Questa giornata», ha commentato Todde, «segna l’inizio di un nuovo percorso: la nostra Giunta e il nostro Assessorato al Lavoro sono determinati a rafforzare il legame tra la Sardegna e i suoi emigrati, valorizzando le esperienze e le buone pratiche. Perché crescere liberamente, con dignità e opportunità, è un valore che vogliamo garantire a tutti i sardi, ovunque si trovino».
4 aprile 2025