Passano i giorni, le settimane e i mesi, e la gran parte dei pastori sardi non ha ancora visto un euro di quanto promesso dall’amministrazione regionale (45 milioni di euro) per far fronte alla forte crisi del comparto, dovuta alla siccità dell’anno in corso e alla insufficiente remunerazione del latte da parte dell’industria.
Secondo quanto dichiarato all’agenzia Ansa dal portavoce dell’Mps (Movimento Pastori Sardi), Roberto Congia, «il sessanta per cento delle aziende non ha ancora ricevuto un euro: la situazione è addirittura peggiorata, rispetto ad agosto; in tanti, in attesa dei finanziamenti previsti e promessi, si sono indebitati per acquistare il mangime» e questo aggiunge un’ulteriore criticità ad una situazione già ben oltre il limite della sostenibilità, per la gran parte delle aziende.
Dall’assemblea dei pastori, tenutasi a Tramatza mercoledì scorso, 13 dicembre, sono scaturiti un forte e diffuso malcontento e la necessità di approntare un calendario di appuntamenti territoriali, per amplificare e diffondere la protesta, in date ancora da definire.
Senza dubbio, la situazione sta peggiorando di giorno in giorno, e su questo gravano le promesse non mantenute dalla politica e l’incertezza e la frustrazione che si respirano tra gli interessati: “all’inerzia della burocrazia sempre più aggressiva e inefficiente”, si legge sulla pagina Facebook dell’Mps, “si aggiunge il peggioramento della situazione delle campagne, ormai drammatica da sud a nord: non c’è un filo d’erba ed in molte località bisognerà aspettare la primavera per vedere qualcosa”.
A chi nei giorni scorsi ha fatto notare che basterebbe aumentare il prezzo del latte in ragione dell’andamento positivo del Pecorino Romano (+70%, secondo Coldiretti Sardegna, rispetto all’anno scorso, ndr), l’assessore regionale all’agricoltura Pier Luigi Caria ha risposto tornando ad annunciare l’ormai imminente coinvolgimento dell’Oilos (Organismo Interprofessionale Latte Ovino Sardo), «affinché», spiega Caria, «si attivino tutte le procedure di monitoraggio delle produzioni che possano favorire una crescita del prezzo del latte pagato ai pastori».
«Nei prossimi giorni», ha aggiunto Caria, «convocheremo di nuovo Oilos e solleciteremo, per quanto di loro competenza, che siano messe in campo tutte le azioni possibili». Parole che dovrebbero suonare non troppo bene alle orecchie di chi sta aspettando che proprio Oilos giochi un ruolo decisivo per il riassetto di tutto il comparto ovicaprino sardo. L’aspettativa, e questo pare che l’assessore lo abbia dimenticato, è che il tavolo interprofessionale d’ora in avanti definisca e regoli i rapporti economici tra i vari attori della filiera, anche in ragione dell’andamento del mercato, ma soprattutto che garantisca ai produttori un equo e dignitoso trattamento economico.
18 dicembre 2017