Turismo e transumanze: il fascino segreto del tratturo

Un'immagine che potrebbe essere di qualsiasi transumanza. Siamo però in Liguria, dove l'ultimo pastore a praticare ancora la movimentazione delle bestie in montagna parte dai pressi di Albenga per raggiungere il monte Saccarello, a circa 2mila metri di quotaInaugurata nell’ultima settimana di maggio dalla “regina” di tutte le transumanze (quella dei Colantuono di Frosolone, che dal Gargano sono rientrati come ogni anno in Molise, dopo un inverno trascorso lontani dalla morsa del gelo), ecco che la stagione del migrare con gli armenti prende il via in molte regioni d’Italia, portando con sé finalmente una diffusa aria d’innovazione e di voglia di condividere.

E sì, perché via via che gli anni passano, le timide aperture alla partecipazione collettiva, sortiti buoni e ottimi risultati (centinaia di persone d’ogni età e provenienza accompagnano da anni il migrare di Nunzio Marcelli e dei suoi pastori dai 600 metri d’altitudine di Anversa degli Abruzzi ai 1600 del Piano delle Cinque Miglia) stanno prendendo piede su altri tratturi d’Abruzzo e non solo.

Un'immagine della transumanza di Parco Produce, da Anversa degli Abruzzi (600 mt slm) al Piano delle Cinque Miglia (1600 mt slm)Iniziative come queste offrono opportunità fuori dal comune a chi voglia riscoprire – distaccandosi per pochi giorni da attività quotidiane vissute a volte con qualche frenesia di troppo – ciò che il territorio attraversato custodisce dal punto di vista culturale, ambientale e paesaggistico. Ma anche delle tradizioni, dei prodotti agroalimentari più autentici, del mondo e delle culture pastorali.

 

La lista delle transumanze accessibili al pubblico si va via via allungando, raccogliendo proseliti dalla Liguria al Piemonte, dalla Lombardia al Lazio alla Calabria e creando un fenomeno diffuso e ormai discretamente consistente.

 

In quello che si potrebbe definire ormai come “turismo della transumanza”, i pastori si sono organizzati, offrendo soluzioni logistiche sufficienti a garantire un giaciglio e i pasti necessari, e il transfer finale in fuoristrada (o in pullmino) sulla via del ritorno. In genere si tratta di esperienze che durano dai due ai quattro giorni (ma ce ne sono anche  di un solo giorno, senza pernottamento) comprensive di buone scarpinate (qualche decina di chilometri) da fare ben equipaggiati (comode scarpe da trekking, giacca a vento e key way per serate mai eccessivamente calde ed eventuali piogge, torcia, borraccia, etc.), pasti con prodotti davvero tipici, o in osterie dislocate lungo i percorsi o al sacco (immancabili formaggi di rara autenticità).

 

A chi voglia partecipare ad una di queste esperienze va qualche nostro suggerimento e una garbata preghiera. I suggerimenti sono quelli contenuti in una breve lista di queste opportunità, ormai prossime, da cogliere ormai quasi ovunque lungo lo “stivale”; l’invito è quello di aiutarci ad arricchire questo nostro primo elenco, segnalandoci altre analoghe opportunità:

 

Liguria 

Sulle orme della pecora Brigasca

 

Piemonte

Da Pra Catinat all’Alpe Selleries (Fenestrelle)

 

Lombardia

due contributi fuori dalla norma (vedi in basso)!

 

Alto Adige

Transumanza delle pecore in Val Senales (partono oggi, salve avverse condizioni meteo; possibilità di partecipare al rientro autunnale)

 

Abruzzo

Transumanza verticale nel Parco del Gran Sasso

Una giornata da pastore sui prati della Maiella

Quattro appuntamennti con la transumanza di “Adotta una pecora”

 

Lazio

Transumanza all’amatriciana

 

Basilicata

Con i pastori nel Parco delle chiese rupestri (si svolge oggi)

 

Calabria

Terza festa delle transumanza con Slow Food Crotone

 

Lombardia

Infine due contributi “anomali” dalle terre lombarde: quello divertente e divertito offerto dall'”occhio elettronico” di un gruppo di giovani cineasti: (su youtube il trailer di questo simpatico “corto”) e quello attraverso cui già s’intravede il futuro di un turismo maturo, in cui la tematica del vivere non solo l’alpeggio ma tutte le più autentiche produzioni di montagna è e sarà sempre più possibile durante tutte le stagioni dell’anno.

 

C'è anche il Bitto storico tra le mete dei tour dei Formaggi Principi delle OrobieL’esempio ci arriva dai Formaggi Principi delle Orobie, che attorno a sei realtà casearie senza pari (Agrì di Valtorta, Bitto storico, Branzi Ftb, Formai de Mut, Stracchino all’antica, Strachitunt Valtaleggio) hanno saputo creare degli itinerari (scarica pdf 2,2Mb) a cui molti, negli anni a venire, non potranno che prendere ispirazione. Tra di essi la salita agli alpeggi di Formai de Mut e Bitto storico e la visita e il soggiorno presso l’Azienda Agricola Agrituristica Ferdy (per informazioni: tel. 0345.71074; e-mail a: info@formaggiobranzi.comA questi torneremo a dedicare un meritato spazio nella nostra uscita di fine mese, che prelude alla pausa estiva della redazione.

 

A chi decida di partecipare ad una – o più d’una – di queste iniziative, e a chi includerà nelle proprie passegiate montane la tappa nella malga per qualche buon acquisto, va il grazie sincero della nostra Redazione per il supporto dato al mondo dei formaggi e dei prodotti rurali più autentici.

 

9 giugno 2012