L’allevatore normanno Dominique Vauprès, convinto che una linea ad alta tensione presente nel suo pascolo sia stata la causa di malattie insorte ad alcune vacche della sua mandria, ha presentato una richiesta di risarcimento danni alla compagnia elettrica Rte (Réseau de Transport d’Électricité), controllata dal colosso Edf (Électricité de France). La domanda verrà valutata dal tribunale di Coutances il prossimo 21 giugno.
Vauprès, che alleva le sue sessanta bovine a Montgothier, nel dipartimento di Manche, ha richiesto 705mila euro per il trasferimento delle sue attività, dislocate a trecento metri da un traliccio dell’alta tensione, e 400mila euro per il risarcimento delle perdite di esercizio registrate nel tempo. L’allevatore ha presentato una documentazione che attesta una media di tre mastiti all’anno per ciascun capo (poco meno di duecento), vale a dire l’800% in più di quelle registrate normalmente in allevamenti come il suo. Questo con l’aggravio della perdita di molto del latte prodotto.
Secondo l’avvocato della parte lesa, Marie Gervais Doutressoulle, per quell’impianto «l’Rte spese più di 80mila euro nel 2007 e 140mila euro nel 2008, e questa è per noi come una ammissione di colpevolezza, che dimostra un nesso di causalità tra il danno provocato e la linea ad alta tensione». Ovviamente non sono dello stesso avviso i responsabili della filiale della Edf, secondo cui «non si può parlare di alcuna ammissione di responsabilità» in quanto quei costi – ad affermarlo è il legale della compagnia elettrica Frederic Scanvic – «non furono dovuti a malfunzionamenti bensì al normale adeguamento della linea».
Nel maggio dello scorso anno la Corte di Cassazione di Limonges confermò una sentenza della locale Corte d’Appello dando ragione ad un contadino contro la Rte per un caso del tutto simile suffragato da simili prove, mentre a Caen, sempre in Bassa Normandia, nello scorso mese di marzo, il giudice ha disposto una perizia sia sugli impianti elettrici che su quelli idraulici dopo che un altro allevatore (con stalla a centocinquanta metri da una linea dell’alta tensione) aveva presentato anch’esso richiesta di risarcimento.
A differenza di quanto accaduto per quest’ultimo caso descritto, Vauprès però firmò per il periodo dal 2008 al 2010 con la Gpse (Gruppo Permanente per la Sicurezza Elettrica) una convenzione a favore delle aziende agricole stabilita nel 1999 dalla Edf e del Ministero dell’agricoltura francese. Ma quel che asserisce l’avvocato Doutressoulle è che nonostante i lavori di adeguamento elettrico operati dalla Rte, i problemi di mastite delle bestie non si sono ridotti.
Interessante notare che in una situazione del genere in Francia si muovano gli ambientalisti: infatti il vice presidente di “Europe Ecologie Les Verts” al Consiglio regionale della Bassa Normandia, Francois Dufour, ha richiesto mercoledì scorso al ministro delle Politiche Agricole di intervenire “a seguito delle difficoltà incontrate da alcuni agricoltori insediati in prossimità di linee elettriche ad alta tensione”. “Lo Stato”, ha aggiunto Dufour, “deve essere preoccupato per questa situazione, visto che gli interventi effettuati dalla Rte per diverse aziende non hanno sortito effetti”.
Mentre questo accade i comitati contro l’inquinamento delle linee dell’alta tensione si sono detti convinti che lo stress provocato agli animali potrebbe essere accompagnato nei loro organismi da un elevato incremento dei leucociti. A tale proposito Francois Dufour si è detto particolarmente preoccupato per via che dall’inizio di questo anno le norme sono cambiate: «Ora, se la conta dei leucociti nel latte è troppo alta, la raccolta può essere rifiutata dopo tre mesi, mentre in precedenza gli allevatori avevano sei mesi di tempo per correre ai ripari portando gli animali su altri pascoli».
16 giugno 2012