Dopo la siccità, la neve: oltre cento capi morti nel cuneese

Una delle scene che hanno accompagnato la discesa dagli alpeggi nel cuneese, all'inizio di settembre (foto Adialpi)

«Questa stagione d'alpeggio sarà ricordata come una delle peggiori di sempre in quanto a danni per i margari: dopo i gravi problemi per la siccità, è arrivata la neve in un periodo del tutto anomalo, e ha creato disastri per le mandrie in alta quota»; così Giovanni Dalmasso, presidente dell’Adialpi (Associazione Difesa Alpeggi Piemonte), ha descritto la situazione che ha messo in grave difficoltà i margari in questi primi giorni di settembre.

Infatti il brusco calo di temperature, seguito da abbondanti precipitazioni che si sono trasformate in neve sopra i 2mila metri di quota, ha colpito le mandrie di bovini e di ovini, che normalmente in questo periodo si trovano ancora nella parte alta degli alpeggi. Simili nevicate (25-35 centimetri in alta Valle Po!) normalmente si verificano a partire da fine ottobre quando gli animali sono scesi più a valle.

Una delle scene che hanno accompagnato la discesa dagli alpeggi nel cuneese, all'inizio di settembre (foto Adialpi)La neve, il freddo e le incessanti piogge, durate giorni e giorni, hanno costretto molti margari alla demonticazione anticipata, soprattutto nel cuneese. Inoltre, in molti alpeggi sono stati segnalati i casi di decine e decine di animali morti, soprattutto a seguito dello scivolamento nei burroni, dello straripamento dei fiumi e dell'ipotermia. I casi più significativi si sono registrati in Valle Po, con oltre dieci animali morti, ma soprattutto in Valle Stura dove, stando alle segnalazioni in via di accertamento, le perdite supererebbero i cento capi.

 

L’Adialpi, vista la grave situazione, ha richiesto lo stato di calamità naturale e ha sensibilizzato l’assessore regionale all’agricoltura Claudio Sacchetto affinché garantisca la deroga del periodo minimo d’alpeggio utile, per accedere ai premi per la monticazione (80 giorni) a tutti coloro che, per situazioni di emergenza, non riescano a portare a termine la permanenza in alpeggio.

 

A tale proposito l'intervento dell'assessore Sacchetto non si è fatto attendere. «L’Assessorato si è già attivato a Roma per richiedere», ha spiegato in un comunicato l'esponente della Lega Nord, «il riconoscimento dello stato di calamità. Viste le numerose casistiche di malgari rientrati anticipatamente a valle, l’assessorato ha chiesto con determinazione la deroga, per causa di forza maggiore, dei principi che richiedono un periodo di permanenza minimo per avere diritto ai premi».

 

A seguito dell'interessamento di Sacchetto, il ministro all’agricoltura Mario Catania ha incontrato a Roma i rappresentanti  delle Regioni, in una riunione alla quale ha attivamente partecipato anche una delegazione del Piemonte portando al centro del dibattito le problematiche degli allevatori di montagna.

 

Nel corso dell’estate il pascolo in alta quota, per via delle estreme condizioni atmosferiche verificatesi in altura, è andato incontro a notevoli difficoltà. Gli allevatori hanno dovuto inizialmente fronteggiare le alte temperature unite ad una evidente carenza di acqua e manto erboso, nelle ultime settimane, al contrario, sono giunti anticipatamente freddo e prime precipitazioni nevose.

 

L’assessorato all’agricoltura della Regione Piemonte, a seguito di un costante monitoraggio comprensivo di sopralluoghi sui pascoli, ha messo in atto le prime azioni per porre rimedio alla situazione. Al ministro Catania è stata esposta la situazione, richiedendo lo stato di calamità  e valutando le possibili iniziative per far fronte ai disagi subiti dagli allevatori, in molte casistiche costretti a rientrare a valle anticipatamente registrando la perdita di qualche animale, spesso i capi più deboli che non hanno retto alle condizioni climatiche eccezionali. Riconoscendo la causa di forza maggiore è intenzione dell’Assessorato fare il possibile per garantire agli allevatori, anche a coloro che per le incontestabili difficoltà hanno fatto rientro prima del prestabilito periodo di permanenza in altura, i premi previsti dalla misura 214 del Psr e dal 1° pilastro della Pac.

 

«Attraverso l’incontro di Roma con il Ministro Catania», ha aggiunto Sacchetto, «si è passati all’azione incentrando la discussione sulle iniziative da porre in essere per far fronte alle conseguenze di una stagione estiva estremamente arida e di un anticipo improvviso delle temperature invernali, con tanto di precipitazioni nevose. Viste le numerose casistiche di malgari rientrati anticipatamente a valle, l’assessorato ha chiesto con determinazione la deroga, per causa di forza maggiore, dei principi che richiedono un periodo di permanenza minimo per avere diritto al premio. Abbiamo voluto agire immediatamente, seguiremo la questione con particolare attenzione, sollecitando con forza il riconoscimento dello stato di calamità e fornendo la documentazione necessaria. Gli allevatori penalizzati da una stagione estiva al di fuori della media, non possono subire un ulteriore danno quale l’annullamento dei pagamenti spettanti».

 

Come se tutto questo non bastasse, questa stagione d'alpeggio si è chiusa registrando un'impennata delle predazioni da parte del lupo, su cui vi documenteremo non appena possibile su queste stesse pagine.

 

15 settembre 2012