5 marzo 2009 – Per la filiera bufalina la crisi sembra non vedere una fine. Dopo la cosiddetta emergenza diossina del casertano (di cui chi doveva sapere sapeva da anni) e a un anno circa di distanza dall’allarme brucellosi e dall’abbattimento di migliaia di capi infetti, il comparto è in grave sofferenza a causa della fuga di molti consumatori dal prodotto, che diffidando ormai di esso, hanno fatto registrare un sensibile calo nelle vendite che i diretti interessati reputano non più recuperabile sul mercato interno.
Ma ad aggiungere ulteriore squilibrio ad una situazione già di per sé complicata giunge, rivelato da qualche tempo per le proteste degli allevatori locali e tuttora in grado di destabilizzare l’intero comparto, il fenomeno irrisolto del latte d’importazione congelato.
A tale proposito, perduta la fiducia in un intervento governativo – ventilato nei mesi scorsi dal ministro Zaia e dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini e mai arrivato – gli allevatori della Lab (Lega Allevatori Bufalini), presieduti dall’avvocato Raffaele Ambrosia, sono sul piede di guerra.
Tentate vanamente le strade della mediazione politica, l’associazione degli allevatori proclama una prossima e clamorosa discesa in campo, minacciando azioni tanto eclatanti da non poter passare inosservate ai media nazionali.
In moto i trattori, quindi, per bloccare sì le strade ma non con il fine di congestionare il traffico, bensì con l’obiettivo dichiarato di dare la caccia al latte straniero che arriva – nottetempo – ne i caseifici e mantiene in vita quel fenomeno che tutti gli interessati indicano come il principale responsabile della situazione.
In un comunicato diffuso oggi dalla Lab, i responsabili dell’associazione allevatori attaccano l’immobilismo del Governo, che dopo tante promesse ha «ritenuto di lasciare al loro destino le stalle e gli allevatori, come se la provincia di Caserta non appartenesse alla Repubblica italiana» ma anche «i riferimenti politici territoriali (vale a dire i parlamentari casertani della maggioranza, ndr)», che non si sono «adeguatamente prodigati per la ricerca delle soluzioni».
«Gli allevatori», prosegue il comunicato, «sono parimenti scettici e fortemente critici nei confronti del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana: troppi i mancati controlli sulla mozzarella e sui suoi ingredienti». Il «Consorzio», conclude la Lab, è «miope» e «corresponsabile dei disastri economici» che ne sono derivati.