L’Agnello del Centro Italia ce l’ha fatta: ottenuto il marchio Igp

 L'”Agnello del Centro Italia” ha conquistato l’ambito riconoscimento Igp (Indicazione Geografica Protetta), teso a difenderlo dall’invasione di agnelli che soprattutto nel periodo di Pasqua imperversano nei supermercati e in larga parte delle macellerie, arrecando al mondo pastorale italiano una grave perdita, e rappresentando per gli stessi animali importati (condotti nel nostro Paese attraverso estenuanti trasporti) pene indicibili. 

 La Commissione Europea ha infatti approvato, lo scorso 24 maggio, l’iscrizione nel registro europeo delle Denominazione e Indicazione Geografiche Protette (Dop, Igp, Stg) l'”antico” prodotto del mondo delle realtà pastorali del Centro Italia, sottolineandone anche le elevate caratteristiche nutrizionali che portano le sue carni ad essere raccomandate persino nell’alimentazione dei bambini.

Il riconoscimento dell’Igp si riferisce agli agnelli di età inferiore ai dodici mesi, allattati esclusivamente con latte materno fino allo svezzamento e allevati nella stessa impresa zootecnica in cui sono nati. Inoltre si lega alle caratteristiche della carne e alla relazione esistente tra la rapidità di accrescimento ponderale degli animali e la resa, peculiarità questa che è frutto di una sintesi qualitativa effettuata sulle razze storicamente presenti nell’areale di allevamento, esaltata anche attraverso la conduzione estensiva e l’alimentazione di buona qualità, mediante l’utilizzo di ampi prati-pascolo. La zona geografica di produzione dell’Agnello del Centro Italia si colloca nei territori di Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana, Umbria e parte dell’Emilia Romagna e si riferisce alle razze locali (Appenninica, Bergamasca, Biellese, Fabrianese, Merinizzata Italiana, Pomarancina, Sopravissana, Zerasca; Comisana, Cornella Bianca, Cornigliese, Garfagnina Bianca, Gentile di Puglia, Massese, Pagliarola, Pecora delle Langhe) e ai loro incroci.

 L’“Agnello del Centro Italia” si presenta al consumatore in tre tipologie, identificate dalla fascetta che avvolge la tibia: di colore bianco per la carcassa classificata “agnello leggero”, di peso compreso tra 8 e 13 kg; di colore giallo per l’ “agnello pesante”, di peso superiore a 13 kg; ed infine di colore marrone per il “castrato”, una produzione quasi “di nicchia”, di peso superiore a 20 kg. Ogni taglio è inoltre contrassegnato dalla sigla AC (Agnello del Centro Italia), la confezione presenta il logo del prodotto e il marchio comunitario della Igp e il consumatore può conoscere operatori, ricette e curiosità grazie al codice di tracciabilità presente sul prodotto, e verificandolo sul sito web. In merito alla tracciabilità del prodotto, il responsabile del “Comitato Promotore Igp Agnello del Centro Italia” Giampaolo Tardella, intervistato dalla nostra redazione, ha tenuto a precisare che il sistema di tracciabilità «Datamatrix è presente su tutte le fascette che accompagnano l’agnello dal mattatoio alla macelleria. A tal proposito nel prossimo anno dovremmo disporre di un sistema di rintracciabilità di carico e scarico rapido e meno impegnativo per tutti».

2 giugno 2013