Latte crudo: prezzo al 50%. Così Mantova risponde alla crisi

7 aprile 2009 – Oltre a essere sicuro, buono ed economico, e ad avere i nutrienti che il latte pastorizzato non ha, il latte alla spina ora costa ancora meno, grazie all’iniziativa presa dalla rete dei distributori mantovani di abbattere il prezzo di vendita al distributore.

Basterà così mezzo euro per acquistare un litro di latte crudo, anche se a partire dal 14 aprile prossimo i distributori torneranno a praticare il prezzo pieno, da tempo fermo a un euro al litro e di gran lunga inferiore ai prezzi praticati al dettaglio dalle centrali del latte. L’iniziativa ha l’obiettivo di promuovere un rilancio del comparto, dopo che le restrizioni governative dell’inverno scorso hanno provocato una contrazione delle vendite oscillante tra il 40 e il 50%.

L’iniziativa, a cui guardano con occhio attento le realtà del resto d’Italia, ha trovato il supporto della Provincia di Mantova, che grazie alla spinta degli assessori alle Politiche Sociali Fausto Banzi e all’Agricoltura Maurizio Castelli, ha offerto il suo patrocinio ufficiale. Nel corso della presentazione alla stampa, l’assessore Castelli ha ribadito la necessità di «rivalutare un grande prodotto locale e ribadire con forza che i controlli sulla qualità sono tanti, forse anche più di quelli necessari».

Dopo le decine di inaugurazioni di distributori presenziate a partire dall’inizio dell’anno da sindaci e assessori, e a seguito del forte sostegno mediatico della Regione Piemonte a favore di queste realtà, si tratta dell’ennesima e forte presa di posizione delle amministrazioni pubbliche locali che dimostrano così di essere più vicine ai produttori e ai consumatori che alla linea guida indicata dal governo con il discutibile obbligo di esporre su ciascun distributore un cartello che obblighi i consumatori alla bollitura.

Quello dei distributori di latte alla spina rimane l’”Uovo di Colombo” che, se da una parte dà fastidio alle centrali del latte, dall’altra garantisce agli allevatori una possibilità di sopravvivenza altrimenti insperata (le industrie riconoscono ormai 30 centesimi di euro al litro, “forti” dell’opportunità di acquistare all’estero anche sotto questa cifra, ndr). Per i consumatori, gabbati dalle industrie con prezzi ingiustificatamente elevati e in crescita esponenziale (nei banchi della Gdo si supera la somma di 1,50 euro al litro) il latte crudo rappresenta un’alternativa valida a quello pastorizzato, grazie al prezzo equo, al maggior valore nutrizionale (a patto che non lo si bolla) e all’opportunità di rafforzare il nuovo fenomeno dei consumi denominato “filiera corta”.