Prosegue il percorso dell'assessore lombardo all'agricoltura Gianni Fava in direzione dell'Expo 2015 e prosegue a tappe serrate tenendo in forte considerazione il mondo del latte e del formaggio, l'agricoltura e le culture di montagna. Cosciente del loro valore e delle loro criticità, il politico viadanese ha dedicato particolare attenzione ed enfasi nel corso della sua visita in Val Brembana.
«Senza l'agricoltura di montagna non c'è più neanche il territorio», ha esordito Fava, «perché gli agricoltori sono i custodi del territorio di montagna. Noi dovremo trovare delle modalità per agevolare questo tipo di attività. Devo dire che l'Unione Europea in questo ci aiuta, perché la nuova programmazione comunitaria spinge verso forme di aggregazione che migliorano il prodotto, l'organizzazione delle produzioni e una serie di dinamiche specifiche che ci porteranno a riarticolare il nostro Piano di Sviluppo Rurale su due grandi filoni distinti: l'agricoltura e l'agricoltura di montagna».
«Credo che questa sia una delle poche vere e reali prospettive che ha l'agricoltura di montagna», ha proseguito l'assessore lombardo, intervistato presso l'Agriturismo Ferdy di Lenna, «cioè la multifunzionalità e la multidisciplinarità, la capacità di saper coniugare l'attività agricola vera – perché qui stiamo parlando di agricoltori veri, che qui operano con tecniche tradizionali – alla possibilità insieme di divulgarla ad un pubblico molto vasto di turisti piuttosto che di studenti delle scuole, e quindi fattorie didattiche che siano vere fattorie, come quella in cui ci troviamo, che ha fatto del ciclo chiuso quasi totale una sorta di ragione di esistenza. Loro producono tutto quello che serve o quasi e lo mettono a disposizione dei soggetti fruitori, in una logica virtuosa».
Nel suo viaggio in Valbrembana l'assessore Fava ha avuto modo di incontrare infatti alcuni degli artefici della rinascita di un'economia di montagna che indica la via da seguire alle altre comunità di montagna che la vogliano far propria, perché è qua che bisogna guardare oggi per capire come superare le criticità dei nostri giorni. Una via fatta di scelte rigorose, e rispettose delle buone pratiche agrozootecniche di una volta, in un percorso che trova il suo esempio ideale proprio nell'Agriturismo Ferdy di Ferdinando Quarteroni e della sua famiglia. L'assessore è rimasto profondamente colpito nel conoscere questa straordinaria realtà in cui oltre a Ferdinando lavorano la moglie e due figli e altri sedici collaboratori, in un centro agrituristico pressoché autosufficiente, villaggio ideale di multifunzionalità agricola, zootecnica, didattica e turistica.
Al centro del lavoro del Ferdy c'è la biodiversità e il sapere contadino, fortemente forgiato con e nell'aspra natura montana, ci sono il lavoro quotidiano e la fatica, la conoscenza e il rispetto vero per la terra e per gli animali. E la voglia e il piacere di tramettere questo a chiunque voglia sapere, apprendere, capire, e far sua anche solo un'esperienza di un giorno o – perché no – di una settimana. Perché dal Ferdy si svolge ormai da anni un'attività ricreativa e didattica orientata alle famiglie con bambini e ai gruppi di ragazzi, con un sempre maggior numero di persone che decidono di rimanere qualche giorno in più, o di tornare. Per riprendere le misure con una vita naturale, a disintossicarsi e non solo nei polmoni ma nell'anima e, non in ultimo, a imparare a fare il miele e il formaggio.
E proprio sul formaggio non poteva non avvenire l'attrazione tra le eccellenze del territorio brembano: da una parte l'Agriturismo Ferdy, dall'altra la Latteria Sociale di Branzi, che lo stesso assessore Fava ha voluto visitare per capirne il virtuoso funzionamento che tiene in piedi decine di piccole stalle della zona. E che attorno alla propria attività ha saputo catalizzare gli elementi virtuosi di un territorio più vasto che raccoglie in sé, e nel progetto "Formaggi Principi delle Orobie", quelle vere eccellenze che – ora sì – possono vedere in un futuro ormai prossimo una possibilità di riscatto più che concreta.
«Della latteria l'assessore ha colto la doppia valenza», ha spiegato Francesco Maroni responsabile commerciale della Latteria Sociale di Branzi, «vale a dire da un lato garantire il ritiro, la stagionatura e la commercializzazione dei prodotti dell’alpeggio e dall’altro assicurare la continuità in termini produttivi anche nel resto dell’anno, quando – ritornati a settembre a fondovalle con le mandrie – non risalgono più fino alla primavera successiva». «L'assessore Fava ha perfettamente colto», ha proseguito Maroni, «le molteplici valenze di un sistema che dà continuità al comparto produttivo e che porta il prodotto sulle tavole degli italiani – e speriamo sempre più anche su quelle dei consumatori nel mondo – con una certa continuità, che poi è quello che il mercato richiede».
Infine e giustamente, Maroni ha voluto sottolineare le note salienti della propria azienda: «Nel 1953 a Branzi è partita la cooperativa che oggi raccoglie la maggior parte del latte su questo versante della montagna ritirando tutta la produzione di Formai de Mut dagli alpeggi, a cui si aggiunge una piccola produzione nel fondo valle». Inoltre, «come Fiera di San Matteo abbiamo depositato il marchio "Formaggi Principe delle Orobie", che abbraccia le grandi produzioni del Bitto storico, del Branzi, del Formai de Mut, dello Stracchino all'antica, dello Strachitunt, dell'Agrì di Valtorta, antesignano dei formaggi caprini. Formaggi che hanno dentro la storia di transumanza dei pascoli, e Branzi era ed è tornato ad essere centro di stagionatura e commercializzazione».
«Abbiamo sempre svolto», ha concluso Maroni, «un'attività con una rilevante valenza sociale accogliendo il prodotto di tante piccole realtà snobbate dai grandi caseifici. Tante piccole stalle che ancora esistono perché finora abbiamo lavorato per sostenerle, andando incontro alla loro richiesta, anche perché oggi non c'è ricambio generazionale sufficiente a mantenerle altrimenti».
4 novembre 2013
Clicca qui sotto per i siti web di:
Per approfondire:
La rivoluzione dei consumi parte dalle vie piu alte delle Alpi Orobie
Orobie: è il formaggio il nuovo volano dell'economia locale
Clicca qui per la videointervista all'assessore Fava