Una sfida per Molgora e Fava: quella di salvare il Tombea

Germano Eggiolini e il suo straordinario Tombea - foto Trattoria La Madia di Brione®Prodotti tipici, autentici, superiori nel gusto e per la salute. Prodotti che nascono da mille fatiche, e da mille sapienze, che hanno in sé un’infinità di valori positivi, incluso il mantenimento in vita di una cultura e la manutenzione di territori spesso difficili, remoti e impervi. Elementi tutti importanti di una realtà complessa, di cui il mercato spesso afferra, bene che vada, la sola espressione più tangibile: il prodotto. Buono, eccellente, di nicchia, tipico per la stampa e per la politica, da valorizzare e da proteggere, a volte più a parole che nei fatti.
 

Forme di Tombea all'annuale Festa del Formaggio di Magasa - foto Magnus Manske / Cadria - Creative Commons License®Poi però capitano cose, di tanto in tanto, che ti danno la scossa, che ti mostrano come basti una nota stonata, in un contesto di vera eccellenza, per mettere a repentaglio il futuro di un’intera realtà. A Magasa, nella montagna bresciana, nei paesaggi da fiaba di una Val Vestino sconosciuta ai più (tra i laghi di Garda e Idro), da due anni a questa parte, uno straordinario formaggio, il Tombea, che prende il nome dall’omonima montagna, il suo produttore – Germano Eggiolini – e la sua famiglia sono sotto lo scacco della cooperativa che detiene la proprietà dei terreni e degli immobili che li ospitano (la “Nigritella Orione Magasa”, che fa capo al parroco di Barghe, già parroco di Magasa, Don Franco Bresciani): già due anni fa richieste di aumenti tutt’altro che irrilevanti (leggi qui), allo scadere del contratto, poi un po’ di “rumors” che avevano frenato l'”operazione”, ora la ripresa dell'”assalto”, per qualche motivo a noi sconosciuto. 
 
L'altopiano di Denai e, sullo sfondo, il monte Tombea da cui il formaggio trae il nome - foto Cadria - Creative Commons License®Una vicenda questa che mette a repentaglio una vita di sacrifici e di valori, e un prodotto che rischia di scomparire – e per sempre – visto che Germano ne è l’ultimo produttore. Una vicenda che in altri tempi avrebbe probabilmente già visto il suo epilogo negativo – l’ennesima luce che si spegne su un monte – nel silenzio assoluto, e che oggi pare prendere un’altra piega, grazie alla presenza di spirito della parte offesa, ma anche alla rete web, al rimbalzare della notizia nei social network, e soprattutto all’umana solidarietà, alla determinazione dei consumatori (molti riuniti in alcuni dei Gas locali) a voler garantire un futuro ad un piccolo grande produttore, e i suoi prodotti a sé stessi.
 
Dopo il tam tam, la mobilitazione
 
I suggestivi fienili di Cima Rest, nel comune di Magasa, caratterizzati dal tetto in paglia di frumento - Foto Cadria - Creative Commons License®Per ora si avviano i preparativi per una giornata di solidarietà e divulgazione presso l’azienda (a cui saranno invitati amici, clienti, politici e giornalisti), per raccogliere firme ed informare, e da lì in avanti altre iniziative ancora, con l’obiettivo di portare la vicenda a conoscenza del maggior numero di persone, in provincia e in tutta la Lombardia. Con l’occasione di questo primo appuntamento, che si terrà sabato 19 o sabato 26 aprile (ve ne daremo conto non appena possibile), verranno illustrate le attività di Germano (è prevista una piccola ma significativa mostra fotografica), saranno proposti i suoi prodotti in degustazione, accompagnati da altre leccornie della zona, e si daranno tutte le istruzioni ai presenti per operare ognuno la massima divulgazione sulla vicenda.
 
La palla passerà presto alla politica. Il presidente provinciale Molgora e l’assessore regionale all’agricoltura Fava sono avvisati.
 
31 marzo 2014