Cerca di ribaltare un modo di dire universale, Nunzio Marcelli, pastore abruzzese, in vista delle prossime elezioni regionali: quel "dalle stelle alle stalle", che comunemente intenderebbe dare a queste ultime un'accezione negativa. E non ha torto affatto, riferendosi alla situazione abruzzese e più in generale alla condizione del mondo pastorale: «Perché almeno nelle nostre stalle», esordisce Marcelli, «si sa cosa si produce». Mentre nell'alto del "firmamento" di chi ci governa pare proprio – anno dopo anno, governo dopo governo – che ci sia sempre meno da fidarsi.
«Stufi di sentirci propinare fumo», sottolinea il pastore abruzzese, «noi "produttori di arrosto" chiediamo impegni certi, accompagnati da cifre, da date, da chiarezza e dalla sottoscrizione di cinque punti». «Cinque, come “Cinque Stalle”», insiste tra il serio e il faceto, «che è il nome del nostro movimento, ma non certo in senso dispregiativo che va inteso, e che sia ben chiaro: perché è di stalle vere, che stiamo parlando; quelle che danno valore al nostro territorio, aggiungono, perché sono un presidio a tutela della biodiversità, dell’ambiente, e della resistenza delle popolazioni in aree sempre più abbandonate. E, non ultimo, siamo produttori di carni e di formaggi squisiti, sia dal punto di vista organolettico che nutrizionale. Produzioni che ricevono riconoscimenti internazionali, ma che non vengono valorizzate né difese proprio qui, dove ancora queste aziende esistono. E resistono».
«Basta con i balletti di cifre e di promesse», aggiunge con enfasi Marcelli, che si fa promotore dell'iniziativa: «il Movimento Cinque Stalle chiede ai candidati alle prossime elezioni una firma e un impegno chiaro». E a tutela dell’impegno preso, prevede l’istituzione di un garante per l’attuazione del programma.
Ecco le richieste, più che sacrosante, del movimento che Marcelli lancia in questi giorni, esposte attraverso una nota stampa chiara e senza fronzoli:
1. Degli strumenti efficaci (marchi regionali uniformi, certificazioni chiare, accordi con gli enti sul territorio per evitare duplicazioni e confusioni) per la riconoscibilità dei prodotti delle aziende montane e pastorali. Marchi e certificazioni, che vedano il pieno coinvolgimento dei parchi e degli enti di tutela dell’ambiente, che diano garanzie a consumatori e produttori, mettendo in chiaro dove, cosa e come si produce, e che certifichi che queste aziende rappresentano un presidio e una garanzia per la conservazione del territorio.
2. La revisione di un sistema dei controlli e autorizzazioni bizantino, che ha costretto a chiudere mattatoi e a cessare le attività di molte aziende. Uniformità delle procedure, semplificazione, atteggiamento collaborativo, coinvolgimento dei produttori in tutte le fasi: perché la lotta è comune e va fatta contro chi falsifica la nostra identità e i nostri prodotti, danneggiando la nostra economia
3. Un piano di azioni concrete che renda possibile l’insediamento di imprese per giovani in cerca di occupazione, istituendo una rete che superi l’assistenzialismo, fornendo assistenza “anti-burocratica”, e servizi reali alla produzione e alla commercializzazione, con la messa a disposizione di spazi per le vendite dirette collettive
4. L'istituzione per legge o provvedimento dell’accorpamento delle aree disponibili in stato di abbandono, siano esse pubbliche o private, sul modello della “Banca della terra” già esistente in alcune regioni, in modo che possano costituire base territoriale per lo sviluppo di aziende agricole, che attualmente soffrono anche per la frammentazione fondiaria
5. Il riconoscimento e pieno coinvolgimento nella programmazione e in tutti gli interventi delle associazioni volontarie dei portatori di interesse, perché solo lavorando insieme si possono ottenere risultati per il nostro territorio, i nostri prodotti pregiati, la nostra economia
"Alla firma dei cinque punti del Movimento Cinque Stalle", conclude la nota di Marcelli, "farà seguito l’istituzione di un vero e proprio Garante, figura terza incaricata di vigilare sull’effettiva attuazione del programma: i candidati dovranno indicare puntualmente le misure e i fondi; per sapere insomma quanto vale in soldoni la politica della montagna per ogni candidato. Una sfida non facile, alla quale i candidati devono sottoporsi per guadagnarsi le sudate Cinque Stalle".
12 maggio 2014