Sarà per via della particolare foggia, a forma di cuore, che tanta presa ha sul grande pubblico, sarà anche perché si tratta dell'unico formaggio Dop dell'Alta Normandia, ecco che ogni volta che arriva il Natale le vendite del Neufchâtel Aoc s'impennano. Tanto per non smentire la tendenza, anche nel corso delle recenti festività, la richiesta di mercato è andata alle stelle, forse più di quanto le più rosee aspettative lasciassero sperare.
Come tutte le Dop che si rispettino il disciplinare del formaggio – unica Dop della regione – contempla una serie di canoni produttivi discretamente rigidi quali l'uso di latte vaccino locale, prodotto da vacche di razza Normanna (dal 40% minimo del totale si è passati al 60% il 1° gennaio scorso) condotte al pascolo per almeno sei mesi all'anno, una razione alimentare "estiva" che prevede almeno il 50% di erba calcolata sulla materia secca. Non pensiate però che nella stagione invernale le restrizioni non siano altrettanto severe, a cominciare proprio dall'alimentazione, che per l'80% dev'essere prodotta in azienda (erba, barbabietola da foraggio, erba medica, mais).
Adesso, ed è questo che preoccupa una base produttiva fatta di una cinquantina di piccoli allevatori, i maggiori interrogativi riguardano il pericolo dell'allargamento delle maglie del disciplinare. Il latte è poco, rispetto alla domanda di una determinata stagione? La presenza di uno stabilimento produttivo della Danone nell'areale della Dop già basta di per sé a inquietare gli animi, e a scaldare la discussione. E la presenza di un sindacato agricolo di base ed efficiente pare garantire la necessaria vigilanza e una prontezza di "riflessi" che torneranno buoni alla bisogna. Già due quotidiani della zona hanno dato risalto al fenomeno e ai naturali timori di produttori e allevatori. Il colosso industriale francese è avvisato: qui non si scherza, anzi per farsi ben intendere il Syndicat de Defénse et de Qualité du Fromage Neufchâtel ha ben pensato di esprimersi a chiare lettere nelle interviste concesse ai quotidiani nei giorni scorsi.
«Con le vendite di Neufchâtel in aumento», ha dichiarato ai media francesi il segretario generale del sindacato del Neufchâtel, Jean-Louis Bloquel «la qualità del prodotto deve restare quella che i consumatori si attendono, una qualità basata sulla qualità del latte vaccino, del suo grasso e delle sue proteine, senza cui il nostro formaggio non sarebbe il nostro formaggio».
«La quota rilevante di erba su cui si basa la razione alimentare delle vacche», ha proseguito Bloquel, «contribuisce al gusto del formaggio». Riferendosi poi ai produttori che conferiscono ai caseifici ammessi nella Dop, Bloquel ha sottolineato «la necessità che il prezzo per il buon latte venga aggiornato» in quanto il formaggio stesso ha margini di ritocco del prezzo di vendita. La preoccupazione del sindacalista va all'imminente fine del regime delle quote latte e al conseguente rischio che i futuri livelli produttivi portino un calo dei prezzi che potrebbe in qualche modo investire anche la Dop normanda.
12 gennaio 2015
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