Sardegna: una banca del latte per uscire dalla crisi

22 giugno 2009 – Contro la crisi della zootecnia ovina in Sardegna, le confederazioni agricole isolane tornano a ribadire la necessità di istituire una “banca del latte” che consenta, attraverso gli accantonamenti di prodotto nei momenti di superproduzione, di mantenere il prezzo del prodotto ad un livello di remunerazione accettabile.

«In un momento di grave crisi del comparto», ha dichiarato sabato scorso l’assessore regionale dell’Agricoltura Andrea Prato, «occorrono soluzioni forti e condivise. Per questo il nostro assessorato, assieme alle organizzazioni di categoria Coldiretti, Cia e Confagricoltura, rilancia sul prezzo del latte ovino con l’apertura di un canale commerciale che deve garantire un prezzo alla stalla pari o superiore a 75 centesimi di Euro al litro».

La proposta dell’ente regionale sarà oggi al centro di un vertice che si terrà a Sassari e a cui parteciperanno, oltre alle associazioni di categoria e alle agenzie agricole, i rappresentanti di Assolatte e i consorzi di tutela di Pecorino Romano, Fiore Sardo e Pecorino Sardo.

Tra i temi previsti all’ordine del giorno, saranno centrali quelli delle eccedenze e della banca del latte, che dovrebbe assorbire nei momenti di superproduzione un 10% circa del prodotto (20 milioni di litri circa rispetto alla media dei 200 milioni di litri prodotti negli ultimi anni), da destinare alla realizzazione di latte in polvere o da vendere ai produttori del continente.

Si tratta, ha sottolineato l’assessore Prato, di stabilire «una strategia condivisa della filiera produttiva, che porti alla tenuta dei prezzi dei formaggi pecorini sui mercati nazionali e internazionali».