L’amministrazione regionale sarda sembra cercare un nuovo approccio con il settore lattiero-caseario, partendo da quella che è – nel bene e nel male – la situazione del comparto e cercando di trovare la migliore strategia per il futuro. Partendo dal mercato, interno ed estero, valutando le condizioni del prodotto di riferimento – il Pecorino Romano – le cui sorti incidono sul prezzo del latte alla stalla, le azioni da attuare per evitare il suo deprezzamento, il ruolo dei consorzi delle Dop regionali, e molto altro ancora.
Sullo sfondo della recente attività dell’assessore all’agricoltura Elisabetta Falchi e dei suoi collaboratori, ci sono il presente e il futuro di un’economia pastorale che è ancora la colonna portante delle produzioni isolane. Anche se le dinamiche di mercato instauratesi negli ultimi lustri hanno spinto tanti pastori ad abbandonare l’attività di trasformazione e a cedere la materia prima alle industrie o alle cooperative di produttori, talvolta più vicine alle logiche industriali che a quelle pastorali.
Iniziando il tour che la porterà a contatto con i vari protagonisti del settore, la Falchi ha incontrato, lunedì scorso, 9 marzo, a Macomer, i responsabili del Consorzio del Pecorino Romano, per poi muoversi venerdì 13 a Ittiri, nel Logudoro, dove ad attenderla c’erano il sindaco Antonio Luigi Orani e i rappresentanti della locale Latteria Società Cooperativa Lait, a cui aderiscono circa quattrocento pastori.
Al termine degli incontri l’assessore ha ribadito la necessità di mantenere sotto osservazione i livelli produttivi del Pecorino Romano, per evitare che un eccesso di offerta possa portare ad un calo del suo valore (la sua quotazione ha di recente superato Grana Padano e Parmigiano Reggiano, ndr). Per fare questo sarà opportuno che i produttori diversifichino, aumentando – secondo i suggerimenti dell’assessore – i livelli produttivi di Pecorino Sardo e di Fiore Sardo. Inoltre sarà necessario che venga attuata una strategia di marketing che permetta di introdurre le tre Dop sarde in Paesi come la Cina e il Giappone.
Al centro delle tematiche affrontate, poi, ci sono stati il nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2014-20, l’estensione delle aree irrigue, la manutenzione straordinaria della viabilità rurale e gli interventi finanziari per sostenere le aziende in crisi. «Stiamo lavorando con Sfirs (Società Finanziaria Regione Sardegna, ndr)», ha detto la Falchi, «per avviare un intervento di ristrutturazione del debito agricolo, che vogliamo supportare con un fondo di garanzia specifico di 15 milioni di euro».
Infine, non sono mancate parole rassicuranti per i pastori in merito al vaccino per la lingua blu: «Quelli attuali», ha detto l’assessore agricolo sardo, «sono vaccini sicuri. Niente a che vedere con quelli dannosi utilizzati dodici anni fa, che procurarono danni ingenti alle pecore e ai pastori».
16 marzo 2015