2 luglio 2009 – È stata pubblicata, il 20 giugno scorso sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, la domanda di riconoscimento del marchio Dop per il Provolone del Monaco. Si avvia così l’iter che porterà presto, salvo opposizioni degli Stati membri, alla concessione del marchio di protezione comunitaria. A tale proposito il ministro Luca Zaia si è dichiarato soddisfatto che « questo riconoscimento appartenga a una terra con una ricchissima tradizione agroalimentare come la Campania».
«Il comparto lattiero-caseario», ha proseguito Zaia, «che attraversa un particolare momento di difficoltà, continua a produrre prodotti di eccellenza come il Provolone del Monaco. L’attenzione che l’Unione Europea rivolge a questo comparto della nostra agricoltura è un esplicito riconoscimento al suo valore».
Passati i sei mesi in cui i Paesi dell’Unione Europea potranno presentare eventuali dichiarazioni di opposizionie, avverrà l’iscrizione ufficiale nel Registro comunitario delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche protette.
Il Provolone del Monaco Dop è un formaggio semiduro a pasta filata, stagionato, prodotto nella provincia di Napoli esclusivamente con latte crudo. La zona di allevamento delle bovine, di produzione e stagionatura è delimitata dai comuni di Agerola, Casola di Napoli, Castellamare di Stabia, Gragnano, Lettere, Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Pimonte, Sant’Agnello, Sorrento, Santa Maria La Carità, Vico Equense. La specificità del Provolone del Monaco è il risultato di un insieme di fattori tipici dell’area dei monti Lattari (penisola Sorrentina), in particolare delle caratteristiche organolettiche del latte prodotto esclusivamente da bovini allevati sul territorio (in parte di razza Agerolese), del processo di trasformazione che rispecchia ancora oggi le tradizioni artigiane e del particolare microclima che caratterizza gli ambienti di lavorazione e stagionatura.
L’allevamento dei bovini nei Monti Lattari risale al 264 a.C., quando i Picentini, antichi abitanti di questi monti, trasformarono lo spazio sottratto ai boschi in terreno coltivabile e avviarono l’attività di allevamento di animali domestici, e in particolare di bovini ad attitudine lattifera.
Il nome del Provolone del Monaco ha origini storiche ancorché curiose: le forme, trasportate durante la notte su imbarcazioni a remi sino al porto di Napoli, venivano scaricate dai loro stessi produttori, che per proteggersi dall’umidità del mare e della notte usavano coprirsi con un grande mantello simile al saio indossato dai monaci. Nel vederli così vestiti, i commercianti non ci pensarono più di tanto a soprannominarli “monaci”. Per cui il provolone da loro prodotto, apprezzatissimo sin da allora, non poteva non essere chiamato come poi fu.