Le aziende aderenti al consorzio di produzione del Ragusano Dop potrebbero dotarsi nei prossimi mesi di uno strumento analogo alla "banca del formaggio" utilizzata dai produttori di Parmigiano Reggiano e Grana Padano. Questi, impegnando le forme in stagionatura, riescono da anni ad ottenere liquidità per le loro imprese, attraverso particolari forme di credito garantite dalle banche. Nel caso del Ragusano, se la cosa dovesse andare in porto, è probabile che – a differenza di quanto accade alle due realtà padane – gli istituti di credito non saranno locali. Lo ha rivelato il Quotidiano di Sicilia mercoledì scorso 30 settembre, pubblicando un'intervista al direttore del consorzio Enzo Cavallo.
La Dop iblea, molto apprezzata in Italia e all'estero, ha registrato negli ultimi anni un leggero incremento dei quantitativi prodotti e del fatturato complessivo, ma rimane ancora troppo piccola per competere con le maggiori realtà nazionali, nei canali della Gdo. Nonostante il prezzo di vendita medio al pubblico si attesti attorno ai 14€/Kg e il margine per i produttori sia pari al 25%, la situazione appare problematica in quanto quei 3,50€/Kg entrano nelle casse delle aziende a non meno di un anno dalla produzione.
Problemi di liquidità, quindi, ma non di immagine: lo ha confermato nei giorni scorsi il cluster BioMediterraneo all'Expo di Milano, occasione in cui – dal 1° al 4 ottobre – il Ragusano Dop ha brillato al fianco di altri gioielli del paniere ibleo come il Cerasuolo di Vittoria, l'Olio Extravergine di Oliva dei Monti Iblei e i piatti della tradizione: dai cavati alla norma al fagiolo cosaruciaru, dagli arancini e alle scacce.
Per saperne di più clicca qui e leggi l'articolo del Quotidiano di Sicilia "Per andare avanti il Ragusano Dop punta alla Banca del formaggio".
5 ottobre 2015