Festa delle capre: Ardesio respinga le provocazioni

Sarà una sfida molto attesa quella che vedrà contrapposti, domenica 7 febbraio, i caprai di Ardesio, in Val Seriana, ad un manipolo di sedicenti animalisti, riuniti sotto il nome del "Fronte Animalista". Motivo del contendere, la tradizionale "Festa delle capre e dell'asinello", che giunge quest'anno alla sua 17esima edizione. Come già accaduto in altre situazioni analoghe, i contestatori rivendicano il diritto di sapere come sia bene gestire gli animali da reddito, allevati dall'uomo da oltre 7mila anni. Animali che, se non vivessero in un rapporto simbiotico con l'uomo, avrebbero come prospettiva certa la loro stessa scomparsa.

Tornando alle aspettative per domenica prossima, e agli eventi di un anno fa, di questi tempi (sottolineati qui dal sindaco di Ardesio), la disputa terminò con inevitabili insulti, ma anche con reciproci spintonamenti e minacce, e con il lancio di uova e di sassi. Al termine dell'incivile confronto si contò appena un ferito, all'interno del gruppo che aveva deciso di invadere un territorio non proprio, e di aggredire chi era impegnato in una tranquilla manifestazione di paese, autorizzata e pienamente in regola.

Ardesio incorniciata dalle sue montagne, governate dalle sue capre e dai suoi caprai, per un giorno subirà lo scacco di sedicenti animalisti - foto Ago76 - Creative Commonsi License®E così, dopo essere stati sin troppo tollerati nel 2015, ecco che gli appartenenti al “Fronte animalista” annunciano di voler rinnovare la loro protesta, domenica prossima, cercando di rinfoltire il gruppo (organizzeranno una vera e propria spedizione con i pullman, ndr) e minacciando persino di effettuare controlli sulla regolarità di quanto si svolgerà nelle vie del paese. Per fare questo, si avvarranno della presenza di "aderenti al Meta (Movimento Etico Tutela Animali e Ambiente) per", sostengono gli interessati, "un intervento di controllo sulle condizioni di detenzione e benessere degli animali".

È evidente a chiunque come questi personaggi – accomunati da un'idea assai limitata e riduttiva del mondo animale, e incapaci di leggere il grande percorso della domesticazione e i valori della civiltà rurale – siano caratterizzati dalla più profonda ignoranza dell'etologia e degli equilibri del mondo animale. Nonostante ciò rivendicano il diritto di imporre una loro visione – distorta e malata – del mondo in cui viviamo. Sono le diramazioni locali di un fenomeno assai diffuso, che da qualche parte nel mondo (negli Stati Uniti, ma anche in Europa) ha grossi interessi e che di certo è mosso da fini speculativi.

Le loro tesi, scioccamente e noiosamente ribadite come in una litania fatta di dogmi, lasciano intravedere soggetti bisognosi di sentirsi "nel giusto" e di ritenersi "buoni" in un mondo "cattivo". Come molti benpensanti di ieri si sentiva in pace con sé stesso dopo aver elargito l'elemosina al mendicante, questi di oggi si sentono paladini del giusto, in un'escalation che inizia a farsi preoccupante (fate caso al livore e all'aggressività che molti di loro esprimono, ndr) per la libertà e la sicurezza di molti cittadini e imprenditori. Un'escalation che trova nei social network terreno fertile per la propagazione e l'inasprimento dei toni, e che meriterebbe più risoluti interventi delle forze dell'ordine.

Forze dell'ordine che – ci si augura – saranno presenti quest'anno ad Edolo in assetto e numero adeguato (l'anno scorso erano appena tre a tener testa a decine di esagitati) a garantire tutte le attività lecite in programma, e a far capire ai manifestanti che in futuro sarà bene non perdere ancora tempo e trovare altro da fare in occasione delle prossime edizioni della festa.

Dopotutto i caprai di Ardesio sono persone pacifiche. Sempre che non gli si vada a pestare i piedi e a limitare nei loro sacrosanti diritti.

1 febbraio 2016

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