A danno dei pastori le speculazioni sugli alpeggi

9 settembre 2009 – La questione è nota da anni e nonostante le denunce indirizzate alle autorità competenti in materia, non la si riesce a sradicare. Come una malerba attecchita in un terreno troppo fertile e incolto, il “vizio” di molti comuni montani di affittare i propri pascoli al miglior offerente (quale esso sia, e qui sta il grave, ndr) rimane evidentemente incorreggibile.

Le gare d’asta che ogni anno si tengono per l’aggiudicazione dei pascoli comunali sono regolarmente battute da personaggi estranei alle realtà pastorali ma ben introdotti nei meccanismi dei finanziamenti che l’Ue  ha disposto per mantenere in vita le realtà pastorali e la ruralità montana. A chi affitti pascoli Bruxelles garantisce infatti 500 Euro per ettaro, con un meccanismo che però non riesce a garantire che l’accesso ai fondi sia limitato ai soli interessati.

Avviene così che da anni, e per quest’anno ancora, società di comodo affittino per cifre irrisorie, per poi subaffittare a terzi, e che questi terzi montichino l’alpeggio con pochi o con tanti animali, sani o ammalati che siano, o che non lo montichino per nulla. Ai molti problemi già creatisi negli anni scorsi, e alle denunce piovute anche su scrivanie “eccellenti”, nulla è seguito però, e nessuna azione è stata opposta per evitare il peggio.

E il peggio è accaduto ancora una volta, nei giorni scorsi, perché all’Alpe Sebol, nel comune di San Bartolomeo (Val Cavargna, in provincia di Como), un gregge di mille tra pecore e capre giunto dal milanese è risultato infetto da brucellosi. Mille animali che andranno abbattuti, e un altro smacco per gli allevatori locali, che dopo essersi visti sottrarre i pascoli debbono ora vivere in uno stato di apprensione per il rischio di contagio delle proprie bestie.

Un’altra brutta storia, quindi, che vede ancora una volta la pastorizia e l’agricoltura montana fanalino di coda negli interessi di chi governa la cosa pubblica, tanto in Italia quanto in Europa. L’altra faccia della medaglia dovrebbe far riflettere oltre che noi anche i governi locali e sovralocali, visto che a conti fatti agli speculatori andranno in tasca (tolti i 7mila euro d’affitto) più di 40mila euro, grazie ai contributi che Bruxelles, con disarmante leggerezza, verserà loro nei prossimi mesi.