Latti di qualità reale: il veneto ”Regis” punta sul fieno

Il progetto del Latte Regis prevede che l'alimentazione delle bovine sia basata sull'uso del fienoNella crisi profonda che attanaglia il mercato italiano del latte, oltre ai proclami dei soliti noti – associazioni di categoria, assessori, politici vari – qualcuno riesce a farsi apprezzare per la sua attitudine al fare, più che al parlare. Siamo tutti di fronte all’enormità di errori compiuti in un passato più o meno remoto, a livello nazionale e internazionale, nel contesto specifico del settore e in quello politico e amministrativo, ma davvero sono pochi i soggetti in grado di tener conto degli sbagli e di trarne insegnamento per il futuro.

L’esempio di una zootecnia spinta negli anni verso quantità sempre più estreme (vacche da 50 lt al giorno: una follia, ndr) e innaturali – con la qualità dei prodotti che di pari passo è precipitata sotto la soglia dell’accettabilità – dovrebbe ora indurre la parte sana del settore a ripensare un modello che fondi la sua essenza sul valore reale del prodotto. Sulle proprietà nutrizionali e organolettiche del latte e dei suoi derivati.

Fatta salva la realtà diffusa del Latte Nobile, dal cui contesto sono fuoriusciti alla fine del 2015 i produttori dell’Appennino Campano, una novità che cerca di affacciarsi sul mercato, e che si è presentata con i crismi dell’ufficialità all’inizio della scorsa settimana, è quella che ha preso forma nei territori dell’alta provincia di Padova, sostenuta da Eurocoltivatori Veneto e della Camera di Commercio provinciale, e guidata dal nutrizionista zootecnico Benito Mantovani.

I progetto ha attinto ad una ricerca e ad una sperimentazione avviati anni fa, i cui risultati sono stati presentati a Cittadella agli allevatori (di bovine da latte e da carne), ai trasformatori, ai ristoratori, ai veterinari e ai medici nutrizionisti e di base, alla presenza del vicesindaco Luca Pierobon, dell’assessore alle attività produttive Chiara Lago e all’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan.

L’incontro, teso a divulgare e al tempo stesso ad allargare la base dei produttori “virtuosi”, ha messo in chiaro la necessità di recuperare un’alimentazione basata sui fieni, e “mai più surrogata dai insilati e sostenuta dalla chimica e dalla farmacologia”, che al giorno d’oggi sono purtroppo diventate “parte integrante della razione della vacca da latte, con un peggioramento delle caratteristiche salutistiche del latte”.

Benito Mantovani ha sottolineato come in una dieta a base di fieno, ottimizzata con un mangime speciale, costituito da cereali, farine proteiche e da un’integrazione vitaminico-minerale, si abbiano costi di produzione più alti ma al tempo stesso una sanità animale assai migliore e minori costi farmaceutici e veterinari. E che il prezzo che la zootecnia intensiva è costretta a pagare si valuta nell’elevata quota di rimonta, nell’ipofertilità, nella spesa per i farmaci veterinari, nelle elevate mortalità neonatali, negli interparti sempre più lunghi a cui la vacca da latte va incontro a causa di un’alimentazione a base di insilati.

Presentando le peculiarità del Latte Regis – questo il nome commerciale del prodotto – le analisi di laboratorio hanno confermato i maggiori quantitativi di acidi grassi, Omega 3, Cla (Acido Linoleico Coniugato) e degli acidi grassi ramificati (rispettivamente del 55, del 46 e del 25%) rispetto ai latti di animali alimentati industrialmente. “Studi recenti”, è stato sottolineato nell’incontro, “hanno dimostrato che questi acidi grassi svolgono un’attività benefica sul sistema cardiovascolare (omega 3) ed hanno azione anticolesterolemica e antitumorale (Cla e acidi grassi ramificati).

Partendo da questi presupposti, Eurocoltivatori, con il supporto dell’agenzia tecnica AmbroSia, ha ormai avviato da anni una ricerca pressoché autofinanziata, che ha consentito di sperimentare, con esiti positivi, alcune filiere produttive (bovino non solo da latte ma anche da carne; suino; vitello; coniglio; pollo; galline da uova) con caratteristiche salutistiche simili a quelle del Latte Regis. Tante belle prospettive, s’intenda bene, ma ancora un progetto che cerca supporti per affermarsi nella realtà del mercato: “La realizzazione di queste filiere”, sottolineano i promotori rimarranno un sogno nel cassetto se non ci saranno un riconoscimento e un sostegno economico da parte degli organi preposti allo sviluppo della nostra agricoltura”.

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4 aprile 2016