19 settembre 2009 – In un Teatro Politeama gremito come nelle più grandi occasioni, è stata avviata ufficialmente ieri a Bra, in provincia di Cuneo, la settima edizione di “Cheese – Le forme del latte”, manifestazione internazionale biennale organizzata da Slow Food e dalla cittadina cuneese.
Alla cerimonia d’inaugurazione hanno preso la parola Luca Zaia, ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali, Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte, Bruna Sibille, sindaco di Bra e Carlo Petrini, presidente internazionale di Slow Food.
Dopo un grazie sentito di Bruna Sibille al Cheese e a Slow Food per aver contribuito a valorizzare Bra a livello nazionale e internazionale, la parola è toccata alla Bresso, che ha sottolineato il merito del Piemonte caseario di aver saputo costruire la sua credibilità e la sua fama sulla qualità reale e sulla capacità di mantenersi lontano dai compromessi (riferimento evidente ai tanti piccoli produttori ancora legati alla tradizione, più che ai “grandi” che modificano e addomesticano i disciplinari, ndr). «Un Piemonte i cui produttori», ha aggiunto il numero uno della Regione Piemonte, «devono essere tutelati» attraverso «la tracciabilità degli alimenti e che debbono» finalmente riuscire a conquistare una più «giusta remunerazione per il loro lavoro».
Prima del ministro, la parola è toccata al cofondatore di Slow Food Carlo Petrini, che dopo aver ricordato la prima battaglia di Cheese per la difesa dei formaggi a latte crudo (2007), ha introdotto le sfide future per sostenere il sistema delle produzioni più autentiche. «La prima», ha assicurato Petrini, «è una normativa per la tracciabilità del latte; un sistema che difenderebbe i produttori dalle logiche industriali che stanno distruggendo la nostra agricoltura». «La tracciabilità», ha proseguito con enfasi Petrini, «consentirebbe infatti una giusta retribuzione agli allevatori, che oggi vengono pagati più o meno 28 centesimi di euro per un litro di latte, una somma che non riesce a coprire nemmeno le spese».
Secondo Petrini però bisognerebbe «andare oltre, indicando in etichetta anche la razza del bovino da cui proviene il latte, consentendo una corretta informazione per il consumatore che in questo modo può uscire dall’ignoranza sul prodotto e fare scelte in piena consapevolezza».
Il presidente di Slow Food ha poi pensato bene di togliersi un sassolino dalla scarpa, e ha parlato dei «distributori di latte crudo, che consentono di bypassare l’intermediazione parassita». «Grazie a essi», ha insistito, «gli allevatori possono spuntare una giusta remunerazione, fornendo al tempo stesso un prodotto sano e dalle qualità organolettiche eccezionali. A conclusione del suo intervento Petrini ha sottolineato come l’economia locale e una politica di consumo più attenta e con meno spreco siano una delle risposte più efficaci a questo momento di crisi globale.
La conferenza si è conclusa con le parole del ministro leghista Luca Zaia, fazzolettino verde di ordinanza al taschino della giacca, che ha incentrato il suo discorso sul concetto d’identità. Partendo da questo, ha sottolineato l’importanza della tracciabilità nell’agroalimentare. «Una presa di posizione che», ha detto Zaia, «viene incontro alle esigenze degli italiani, perchè secondo una recente indagine il 72% dei consumatori del nostro Paese è disposto a spendere di più per il cibo se ha la certezza dell’origine del prodotto». «Una tendenza confermata», ha proseguito il ministro, «dal fatto che sempre più persone si rivolgono al biologico (più 11% quest’anno, ndr) e ai mercati contadini». Per queste stesse ragioni il ministro si è dichiarato fermamente contrario agli Ogm, poiché «gli organismi geneticamente modificati significano l’azzeramento dell’identità del nostro patrimonio agricolo».
In coda alla cerimonia di inaugurazione è stato consegnato il premio “Benemerito di Cheese”, un riconoscimento a quattro protagonisti del mondo dei formaggi che si sono distinti per passione, dedizione e impegno nella ricerca della qualità, in coerenza coi princìpi di Slow Food del “buono per il palato, pulito per l’ambiente, giusto per la società”. A ricevere il prestigioso riconoscimento sonostati Pascale Baudonnel (Norvegia), casara del Presidio Geitost artigianale del fiordo di Sogne, Livio Garbaccio (Piemonte), pastore del Presidio del Macagn, Francesco Giolito (Piemonte), affinatore (e principale fornitore della catena Eataly, ndr), Antonio Rodeghiero (Veneto), malgaro del Presidio dell’Asiago Stravecchio di malga.
Per ulteriori informazioni: www.slowfood.it – www.comune.bra.cn.it