Basilicata: Podolica strategica per Braia, un po’ meno per altri

Il toro Ubero dell'allevamento di Domenico Di Gillo, proveniente dal Centro genetico di Laurenzana, in provincia di Potenza - foto Francesco Rivelli tratta da FacebookQuest’anno l’asta dei torelli di razza Podolica non è stata un’asta come tante, al Centro di Selezione Genetica di Laurenzana, in provincia di Potenza. A rendere speciale l’occasione, giovedì scorso 16 giugno, è giunto – inatteso per i più – l’intervento dell’assessore all’agricoltura della Regione Basilicata Luca Braia, e non perché un rappresentante della politica regionale non abbia mai calcato quello scenario, ma per i contenuti dell’intervento che l’assessore ha fatto nel corso dei saluti delle autorità.

Le parole di Braia sono andate oltre le mere circostanze e le ovvietà del “politically correct”: «Questo importante traguardo», ha affermato l’assessore, «questo fiore all’occhiello per la genetica nel Mezzogiorno sul tema del progresso selettivo della razza Podolica e della biodiversità animale della nostra regione, è stato raggiunto anche grazie agli allevatori. Allevatori che hanno sempre creduto nel potenziale della razza che caratterizza la nostra regione, contagiando con questa grande passione – che è anche passione per il territorio – le nuove generazioni».

Un torello acquistato al Centro genetico di Laurenzana (Potenza) al suo arrivo in azienda - foto di Federico Varallo® da FacebookBraia si è riferito all’encomiabile lavoro di selezione ventennale che dopo la fase del recupero e di difesa della razza vede ora la Podolica più che mai vitale e in fase di espansione, sia per volume di crescita sia per interesse da parte del mercato. I trend positivi di consistenza e percentuali di accrescimento sfiorano 1,7 kg al giorno, con ottime potenzialità che permettono di affermare che questa antica razza sia destinata ad essere artefice della zootecnia del futuro in Basilicata e in ampi territori del nostro Meridione.

Con la vetrina nazionale, in programma nella prima settimana di settembre a Matera, nell’attesa del 2019 in cui la città dei sassi sarà Capitale Europea della Cultura, gli occhi del mondo si stanno sempre più posando sui territori lucani, sulle culture, sui paesaggi, sulle straordinarie risorse di queste terre.

In questo senso, ha sottolineato Braia, «proveremo a progettare le modalità di comunicare, mostrare e far assaggiare la qualità straordinaria di questa carne che già oggi viene lavorata e venduta dalle oltre cinquanta macellerie aderenti al circuito della carne Podolica presenti in Basilicata». Una carne «che verrà gustata nei ristoranti di Matera e dell’intera regione. Un appuntamento quindi che porterà gli operatori della filiera podalica ad impegnarsi al meglio nei prossimi tre anni «per far apprezzare questa grande qualità a quanti si troveranno a visitare i nostri territori».

«La Podolica», ha aggiunto Braia, «rappresenta per noi una fetta importante di economia da preservare e valorizzare per le tante famiglie di allevatori e svolge un’insostituibile funzione di protezione dell’ambiente soprattutto nelle aree marginali dove garantisce con il suo passaggio nei periodi di transumanza e di conseguenza di pascolo. Una presenza dell’uomo su territori bellissimi e pressoché incontaminati e un contributo importante per preservarli dal degrado».

«La transumanza dei bovini podolici lucani verso le zone alte di montagna», ha concluso l’assessore, «è appena cominciata e prevede nei mesi di giugno e luglio una decina di appuntamenti e manifestazioni dedicate nelle più suggestive zone naturalistiche della regione. Come Dipartimento dell’Agricoltura diffonderemo e comunicheremo adeguatamente – non appena saranno note le date degli spostamenti delle mandrie e i passaggi previsti in diversi comuni – per favorire i tantissimi cittadini e turisti rurali appassionati delle antiche usanze tradizionali che potranno anche gustare l’ottimo caciocavallo podolico lucano e la squisita caratteristica carne».

La Basilicata vigili sulle speculazioni trasversali
L’auspicio della nostra redazione è che il sostegno ad ogni singolo allevatore che un così alto contributo svolge al mantenimento dei propri territori, dei paesaggi e delle culture locali non venga mai a mancare. Le preoccupazioni sono concrete e risiedono nella condotta di alcune componenti dell’apparato burocratico che nei mesi scorsi, e probabilmente in vista della pubblicazione dei prossimi bandi per la forestazione in Basilicata hanno ripetutamente osteggiando le attività del pascolamento, con motivi pretestuosi e apparentemente incomprensibili.

Togliere dalla fida pascoli centinaia di ettari di terreni marginali (è stato richiesto da uffici regionali e non applicato dalle amministrazioni locali) a fronte della richiesta di un comune di operare il taglio del legname (istanza di taglio ad uso riscaldamento per i residenti meno abbienti) per poco più di dieci ettari non ha giustificazione alcuna. Eppure è accaduto, nel silenzio generale. Voler affermare una presunta necessità nella creazione di aree picnic alle spalle di chi ha da anni in quegli stessi luoghi una fida pascolo necessaria per l’allevamento delle proprie mandrie non ha giustificazione alcuna. Eppure sono fatti accaduti, che non dovranno più accadere e che – se ancora accadranno – dovranno trovare la giusta risposta dalle associazioni allevatori, dalle confederazioni agricole, dalle amministrazioni comunali. Le mandrie che da sempre garantiscono la migliore manutenzione a territori marginali vanno sostenute, aiutate, non osteggiate e vessate con attività pretestuose.

La sensazione è che a qualcuno in qualche stanza dei bottoni sia balenata in mente la possibilità di far subentrare manodopera a iosa per qualche tornaconto e per fare – male e peggio – sperperando contributi pubblici. E per di più sporcando, con decespugliatori e altri mezzi a combustione, laddove il lavoro silente che un mandriano con le sue vacche può condurre, offre ai territori il valore integro di una cultura antica che – come ha ben sottolineato l’assessore Braia – ha il merito di mantenere la biodiversità animale e vegetale e, aggiungiamo noi, quello di garantire un’ecosistema integro alle generazioni future.

Che si mantenga alto quindi il presidio dei Comuni e dei diretti interessati – e se servirà proprio dell’assessorato regionale all’agricoltura – per evitare speculazioni e danni ad un mondo che, come sottolineato proprio dall’assessore Braia, da sempre s’impegna per il bene supremo della propria terra.

20 giugno 2016