Ad un anno circa dalla chiusura del caseificio di José Munnix (listeria nel formaggio Herve) da parte dell'Afsca (Agence Fédérale pour la sécurité de la Chaîne Alimentaire), il Belgio del latte crudo ha provato a stilare un proprio consuntivo, alla luce sì della cessata attività di uno dei suoi più prestigiosi esponenti ma anche in ragione della reazione che i piccoli produttori che lavorano il proprio latte e rifiutano la pastorizzazione hanno saputo rappresentare con la creazione di un Gie (Groupement d’intérêt économique), associazione nata nella regione del Vallone per poi estendere alle Fiandre il proprio raggio d'azione.
Inoltre l'associazione spontanea no-profit "Fromage de Herve" ha registrato non pochi effetti positivi, molti dei quali evidentemente indotti dalla risonanza che il "caso Munnix" ebbe già allora, attirando l'attenzione di molti sul giro di vite che portò alla chiusura del caseificio dell'azienda.
«La gente ha difeso il diritto al latte crudo», ha spiegato la coordinatrice dell'associazione Anne Zinnen ai redattori della Radio Televisione Belga di lingua francese. «Vediamo che i consumatori ora hanno un mucchio di domande in relazione al formaggio Herve. Questo ha rigenerato il dinamismo all'interno della nostra associazione, e l'associazione ha persino registrato qualche nuova adesione».
La vicenda di Hervé ha avuto la capacità dirompente di aprire gli occhi degli allevatori su diverse cose assai opinabili. «I nostri produttori», ha sottolineato la Zinnen, «sono pienamente conformi alle disposizioni delle norme sanitarie. Questo fatto è emerso così, in tutta la sua evidenza, ed è molto positivo». E poi, a seguito della vicenda Munnix, l'idea di istituire una unità di assistenza per i piccoli produttori a latte crudo ha preso corpo e si è affermata, portando ognuno di loro ad agire consapevoli del fatto di non essere più da soli e di poter contare sul sostegno di molti: quello dei colleghi aderenti all'associazione, quello dell'associazione stessa, quello di molti consumatori e infine di una parte della stampa, sensibilizzata a dovere sulla "questione latte crudo".
La stessa Afsca ha leggermente modificato il proprio atteggiamento, in origine più impostato sulla drastica applicazione delle norme igienico-sanitarie e sulla repressione delle eventuali problematiche, e risulta oggi più aperta a considerare le ragioni dei piccoli produttori attraverso la creazione di una speciale unità tecnica a loro dedicata. "Nel corso del 2016", assicurano all'Afsca, "sarà operativa e avrà lo scopo di fornire un supporto per una migliore comprensione degli obblighi, aiutandoli a sviluppare al meglio tutte le attività".
Dalle parole ai fatti: staremo a vedere in futuro se eventuali casi di listeria vedranno trattare i piccoli produttori alla stregua dei grandi, sempre e troppo tutelati rispetto a loro.
20 giugno 2016