Il buon latte è protagonista: ieri a Torino, sabato prossimo a Roma

Una vacca al pascolo nella Cascina Roseleto di Villastellone, in provincia di Torino“Quando il latte non è solo bianco”: si è presentato con questo titolo a Torino l’interessante e affollato incontro di ieri, domenica 25 settembre, che ha visto susseguirsi tra i relatori uomini e donne altamente qualificati nelle scienze agrarie, zootecniche, della sanità pubblica, del management, della nutrizione e della biodiversità. Un panel di relatori di tutto rispetto(*) in grado di indicare con esattezza qual è il modello imprenditoriale da seguire per produrre con scienza e coscienza il buon latte che fa bene alla salute umana, agli animali, all’economia locale, all’ecosistema, alla biodiversità vegetale ed animale. 

L’incontro è stato avviato con la presentazione dei vari tipi di latte in commercio, che si diversificano gli uni dagli altri più per via dei trattamenti a cui sono sottoposti (latte pastorizzato, uht, microfiltrato, etc.) che per la qualità di partenza della materia prima, e questo per via di un’alimentazione delle bovine da latte sempre più standardizzata (verso il basso). Si è parlato anche delle tipologie “alta qualità” e “biologico”, delle loro differenze, delle informazioni che sono in etichetta. E di quelle che vi mancano. Della provenienza della materia prima, e della carenza, sulla confezione, delle informazioni sul sistema di allevamento e sull’alimentazione animale.

I tre docenti dell'Università di Torino impegnati ieri nel convegno sul latte di Cascina Roseleto: Giampiero Lombardi, Luca Battaglini, Giovanni PeiraL’incontro è servito a fare chiarezza su molti aspetti che sinora sono stati ben celati dal sistema agro-zootecnico, dai sistemi zootecnici più o meno intensivi, al loro impatto, ai rischi ambientali che da essi derivano. L’excursus è stato utile per giungere alla domanda topica: esiste un’alterativa? Quale? E da lì dipanare una trattazione molto interessante sui metodi di produzione estensivi, sui loro non pochi valori, sulla necessità di tornare alle pratiche tradizionali di produzione.

Una trattazione ricca ed esauriente che ha ruotato attorno alla necessità di ridare alle lattifere la piena dignità che ogni essere animale deve avere: trattiamo bene la vacca per trattare bene noi stessi. Non sbaglieremo nella maniera più assoluta.

L’incontro ha toccato i valori nutrizionali più noti (grasso, proteine) e quelli di cui meno si parla (ma che più sono importanti, avendo valore nutraceutico), la sicurezza alimentare (residui di farmaci, micotossine), la componente microbiologica del latte. E poi la pastorizzazione, la funzione che essa riveste, e il gusto del latte, o per meglio dire le differenze organolettiche, oltre a quelle chimiche, fisiche e nutrizionali.

Un incontro grazie al quale il mondo dei detrattori di questo prezioso alimento è stato ben servito: il buon latte esiste e fa bene, che poi è il titolo dell’incontro che Qualeformaggio organizza assieme al blog di cucina consapevole Il Pasto Nudo sabato prossimo a Roma. Un appuntamento che si sta arricchendo di contenuti e che verosimilmente – visto il crescente interesse che sta emergendo – porteremo in giro per l’Italia presso le aziende virtuose che si dimostreranno sensibili al valore che la buona informazione ha nella divulgazione di queste tematiche.

L’appuntamento romano “Il buon latte esiste e fa bene” è raggiungibile sul blog Il Pasto Nudo, dove sono in vendita gli ultimi posti disponibili (clicca qui) per chi ha sete di sapere ed è disponibile un dettagliato programma.

Un’ultima nota la meritano Claudia Masera, l’allevatrice proprietaria di Cascina Roseleto che ieri all’incontro di Torino è stata presentata al pubblico in sala per quel che è: un’imprenditrice coraggiosa e determinata, che sta indicando a chi produce oggi latte in Italia la strada da percorrere per tornare a dare dignità a questo alimento, al proprio lavoro, e una speranza al proprio futuro. E proprio il latte di Claudia (assieme ad altri tre latti e ai formaggi di Casa Lawrence, Valle Scannese e Ferrari Biolatte) sarà al centro del nostro incontro di Roma, a partire dal quale la nostra testata, in collaborazione proprio con Il Pasto Nudo, farà effettuare – e pubblicherà – le analisi qualitative (analisi di SFA, UFA, MUFA, PUFA, omega 3, omega 6, CLA con metodo gas-cromatografico) di latti commerciali per presentarle ai consumatori, agli allevatori, alla stampa, agli operatori del settore.

Di una cosa siamo certi: nel mondo del latte e dei suoi derivati (e in senso più ampio in quello agro-alimentare), d’ora in avanti, la parola “qualità” non sarà più abusata quanto lo è stata sinora.

26 settembre 2016

(*) I relatori dell’incontro di Torino

Ecco il ricco panel dei relatori dell’incontro, moderato dalla giornalista Licia Granello, del quotidiano “La Repubblica”:
– Giampiero Lombardi (Università di Torino, DISAFA – Grassland Ecology and Management)
– Luca Maria Battaglini (Università di Torino, DISAFA Produzioni Animali)
– Giovanni Peira (Università di Torino, Dipartimento di Management)
– Lucia Decastelli (Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta)
– Claudia Masera (titolare di Cascina Roseleto; tra le aziende piemontesi, quella che è riuscita a penetrare il mercato di Torino)
– Paola Durelli (dietista, Ospedale San Giovanni Bosco, Torino)
– Damiano Cortese (Università di Torino, Dipartimento di Management; UNISG)