Animali più tutelati dei bambini. La denuncia di un allevatore

Dino Mazzini con Ghiaccio, uno dei suoi cani pastori Abruzzesi - foto Casa Capuzzola®Chi ci segue da qualche anno avrà avuto modo di leggere delle difficoltà patite dall'azienda Casa Capuzzola di Pavullo nel Frignano e dal suo titolare Dino Mazzini (leggi qui e qui) a causa delle ripetute predazioni dei lupi. Bene, vìstosi costretto ad accantonare il suo progetto di allevamento a scopo di reddito, Dino ha mantenuto alcuni animali destinati alla produzione per l'alimentazione familiare.

Nel passare dall'allevamento aziendale a quello amatoriale, le disavventure non sono però terminate per l'allevatore modenese: ridottisi gli attacchi dei predatori selvatici, si sono manifestate altre e non meno fastidiose incursioni. Quelle della burocrazia, che invia i controlli sempre e comunque, anche a chi dovesse possedere una sola gallina, se la presenza della medesima è stata – come è bene che sia – regolarmente denunciata.

L'allevamento di Casa Capuzzola è destinato all'alimentazione del nucleo familiare, eppure deve sottostare agli stessi controlli degli allevamenti da reddito - foto Casa capuzzola®Nella lettera aperta che Dino ci ha inviato giorni fa, con preghiera di pubblicazione, è ben sintetizzata la paradossale realtà che vede convivere sotto la medesima italica bandiera cittadini di "serie A" (i non-allevatori) e cittadini di "serie B" (gli allevatori). Una lettura che si spera possa scuotere le coscienze degli allevatori, largamente assuefatti a vivere nella condizione di "osservati speciali", e al tempo stesso consentire a chiunque altro di percepire una condizione – quella di chi alleva, per nutrirsi come ritiene meglio, o per guadagnarsi da vivere – sempre più problematica, faticosa, e a volte inutilmente complicata da chi ci governa.

Il tutto stride, a confronto di situazioni ben più serie e critiche, che meriterebbero – quelle sì – la massima attenzione e prevenzione. Ma su cui il burocrate non manifesta altrettanto interesse. Ecco qui di seguito dunque cosa ci scrive Dino. Un grazie a lui per averci inviato queste interessanti considerazioni. Ai nostri lettori va il caloroso invito a divulgare, oltre che a leggere!


Alla Redazione di Qualeformaggio

Agli Amministratori e alle forze politiche
della Regione Emilia Romagna

Asini e pecore tutelati più dei bambini. Più dei cani e dei gatti. E più della sicurezza pubblica. Non stiamo esagerando con i controlli agli allevatori?

Gentile Redazione,
nei giorni scorsi è venuto nella mia fattoria un veterinario dell’AUSL. Aveva il compito di fare un'ispezione. L’ho fatto entrare, in realtà un po’ stupito che fosse necessaria un'ispezione.

Due asini di Casa Capuzzola - foto Casa Capuzzola®La mia fattoria, per colpa dei lupi, dal 2008 non produce più nulla di alimentare che vada in commercio. Qui vivono, sempre al pascolo, liberi, solo 14 pecore, 8 asine con i puledri, 1 vitellone, un paio di maiali da ingrasso e tanto pollame. Tutto ed esclusivamente per uso domestico. Qui non si usano farmaci e non si usano alimenti concentrati.

Per il 90% del tempo l’ispezione è servita a controllare il rispetto delle regole sul benessere animale. Il veterinario aveva una lunghissima check-list da compilare, in modo da controllare e verificare le strutture e le modalità di allevamento. L'esito dell’ispezione è stato il migliore che ci si possa aspettare: tutto regolare.

È importante precisare che il veterinario ha eseguito questo controllo sul benessere animale non perché ci fosse stata una segnalazione di eventuali maltrattamenti ma perché l’AUSL va in tutte le aziende per queste verifiche, controllandone il 20% ogni anno, e proseguendo, fino a controllare tutti gli allevatori.

Quando il veterinario ha terminato l'ispezione, è sorta in me una riflessione, che è la ragione di questa lettera aperta.

Esiste una categoria di esseri viventi, che suppongo sia ancora più importante delle mucche, degli asini, delle pecore e dei maiali: mi riferisco ai bambini.

Eppure non si è mai avuta notizia di qualche Sindaco che abbia ordinato al proprio Servizio Sociale di fare controlli a tappeto, o a campione, a casa delle famiglie per verificare come e dove crescono i figli. Io ho sempre saputo che controlli simili vengono fatti solo dove ci sono segnalazioni o altre evidenze che possono far pensare ad un maltrattamento dei minori.

Eppure ragioni per fare controlli preventivi di questo tipo ce ne sarebbero tante. Si potrebbe infatti rilevare, ad esempio, che:
a. avere l’impianto elettrico in casa non in regola, esporrebbe un minore a rischio di folgorazione
b. gli alimenti scaduti in casa o in frigorifero mettono a rischio di tossinfezione
c. tenere la casa poco pulita può essere causa di tantissime malattie
d. avere farmaci, coltelli, armi, oggetti pericolosi a portata di bambino, lo metterebbe in serio pericolo
e. oppure avere riviste, video o materiali pornografici in giro… etc.

Si potrebbe continuare fino alla lettera "z" per elencare motivi a giustificazione di un controllo preventivo del Servizio Sociale in casa di famiglie con minori. Un controllo utile e più giustificato di quello che fanno i veterinari quando vanno a vedere come stanno le pecore negli ovili o i maiali nelle porcilaie.

Rimanendo in tema di benessere animale ma passando a specie diverse: avete mai sentito di controlli "preventivi" sul benessere animale, in percentuale o a campione, fatti dai veterinari pubblici a casa di chi ha cani, gatti o altri animali da compagnia, diversi da pecore, maiali, mucche, o asini? Chi ha quel tipo di animali "da compagnia" può tenerli come gli pare. Nessuno controlla se vengono rispettate le leggi, se non in caso di una segnalazione  particolare.

Altra questione, quella della Sicurezza Pubblica. Un tema molto importante in questi anni. Tanti cittadini per sport, collezione – o per la caccia – hanno un'autorizzazione a detenere armi in casa. Avete mai sentito parlare di controlli a casa di queste persone, programmati dalle Questure?

Qual è la ragione della diversità tra il trattamento riservato ai genitori, ai possessori di cani e di gatti, o di armi, e quello previsto per chi ha pecore, bovini, asini?

I primi sono "semplici cittadini", mentre i secondi sono degli "allevatori". A quest'ultimi il controllo viene fatto non in casa loro, ma nella "azienda", ambiente non tutelato dalla "privacy".

Sono regole diverse da quelle basate sul benessere animale. Chiunque voglia tenere nel suo terreno anche solo una pecora, un asino o un bovino, a prescindere dallo scopo per cui li tiene, deve registrarsi presso l’AUSL come allevatore, e farsi dare un "codice di stalla".

E in quella veste di "allevatore" decade il suo stato di cittadino di serie A (grazie alla quale solo per motivi speciali può subire controlli) a quella di cittadino di serie B (che come ho detto in qualsiasi momento – perché ha anche solo un animale di una specie considerata "da reddito" – deve obbligatoriamente aprire le porte ai controlli).

Concludendo questa lunga lettera aperta pongo a voi la domanda: pensate sia una cosa normale che per tutelare il benessere di pecore, asini, maiali e mucche si debbano fare questi controlli preventivi a tutti gli allevatori, mentre per la tutela dei bambini, o dei cani, o della sicurezza pubblica i controlli ci sono solo per motivi speciali?

E, visto che i veterinari pubblici sono tutti ben pagati e moltissimi di loro vengono fortemente impiegati come "poliziotti" e "burocrati" – per gli incarichi sopra descritti – è lecito o no pensare ad uno spreco di soldi pubblici? Qui la tutela della salute pubblica c'entra veramente poco. Non sarebbe meglio impiegarli ad esempio nel controllo dei porti, dove arrivano alimenti dall’estero che pian piano vanno a sostituire i prodotti degli allevatori italiani?

Grazie mille dell’attenzione,

Dino Mazzini
Azienda Agricola Casa Capuzzola
Pavullo nel Frignano (MO)
www.casacapuzzola.it

5 dicembre 2016

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