Il lupo, inteso come predatore selvatico presente in Italia e superprotetto dalla legge (Canis Lupus Lupus e Canis Lupus Italicus), anche se ormai non più a rischio di estinzione(*), torna ad essere al centro della cronaca di questi giorni, dopo lo smantellamento di una rete di allevamenti che incrociavano abusivamente il Canis Lupus con il cane Lupo Cecoslovacco (Československý Vlčiak), alimentando un mercato di cinofili "borderline", amanti delle razze "estreme" (tali incroci sono altamente aggressivi e non facili da gestire).
Oltre il fatto di mera cronaca, trattato da decine di testate nazionali e locali (leggilo sul sito web del Corpo Forestale dello Stato), c'è da prevedere che la risonanza della notizia offrirà nei prossimi tempi ulteriori argomenti capziosi (sembra già di sentirli: "sono gli ibridi a far danno, non i lupi!") a quanti (tanti) in Italia abbiano interessi legati al mantenimento di una popolazione – quella lupina – che è in evidente sovrannumero (lo si evince dal sempre maggior numero di predazioni, oramai insostenibili per il mondo dei pastori e dei malghesi, ndr).
Si dà il fatto però che oltre ad essere un serio problema per una delle classi meno salvaguardate dal nostro Governo – quella di chi con i propri animali in territori spesso marginali meriterebbe miglior trattamento – il lupo rappresenti una vera e propria attrazione per quel turismo di amanti della natura attratti dal mito di questo predatore, e dalla suggestione buonista che una specie ancora definita "a rischio" sa offrire loro.
Il superamento del progetto Life europeo (Wolf Life, ne scrivemmo qui e qui) e l'attuazione del piano denominato Wolfnet 2.0, che punta alla valorizzazione turistica di questo carnivoro (ne ha parlato di recente il presidente del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Luca Santini: leggi qui) la dice lunga sugli interessi in gioco. E così, i progetti a sostegno degli allevatori si stanno estendendo a macchia d'olio, da nord a sud. Con la progressiva espansione del lupo nei territori alpini e appenninici la necessità di proteggere il bestiame dagli attacchi è emersa finalmente tra gli amministratori locali – anche se i politici si guardano bene dall'intervenire – e ha richiesto interventi tempestivi, anche perché tardivi, soprattutto in aree in cui ci si era disabituati alla presenza di predatori.
Un corso gratuito, in video, sui cani da guardiania
In attesa che qualcosa di concreto si muova a favore di chi con l'allevamento dei propri animali ci dovrebbe vivere (il condizionale è d'obbligo, oramai, ndr), delle iniziative di qualche utilità si stanno concretizzando anche fuori dalle logiche istituzionali, a livello di associazionismo. Tra di esse, va segnalata la pubblicazione di un corso video per l'uso dei cani da guardiania anti-lupo, voluto dalla Ficg (Federazione Italiana Cani da Guardia) e realizzato dal Ciscal (Centro Italiano Selezione Cani Anti Lupo) "per supportare", si legge nella presentazione del corso, "le difficoltà che i pastori ed i malgari sono costretti ad affrontare nella difesa del loro bestiame contro gli attacchi dei predatori".
"Il cane da guardiania anti-lupo", proseguono i responsabili del Ciscal, "è sicuramente uno dei sistemi più antichi ed efficaci per ridurre i danni che il predatore selvatico arreca inevitabilmente a chi conduce il proprio bestiame nei pascoli. In realtà, però, creare e gestire al meglio un branco di efficienti cani da guardiania anti-lupo, i quali sappiano lavorare bene con il bestiame, non é assolutamente facile…"
E così, Ezio Maria Romano, che del Ciscal è responsabile nazionale, si è determinato a mettere a disposizione di tutti i pastori e i malghesi la propria sterminata conoscenza, fondata su anni di studio e un'infinità di viaggi tesi a intervistare pastori di diverse culture in diversi Paesi, per conoscere i segreti di ogni comunità pastorale, al fine di avere un quadro il più vasto e profondo possibile della materia.
Per fare ciò Romano ha viaggiato in Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan, Kazakistan, Mongolia, Iran, Anatolia, Georgia (Caucaso), Transilvania (Romania), Macedonia e in altri Paesi dell’Est Europeo.
«Ho imparato a conoscere i lupi grazie all’etologo inglese Shaun Ellis», racconta Romano, «e agli zoologi Werner Freund e Zurab Gurielidze, così come intervistando vari cacciatori di lupi professionisti del Kazakistan, della Mongolia e dell’Uzbekistan».
Collaborando da anni con alcuni pastori in varie regioni d'Italia (abruzzesi piemontesi, liguri, toscani, lucani e calabresi), il responsabile di Ciscal ha dichiarato di aver «capito che il mondo degli allevatori di bestiame è molto differente da quanto si possa immaginare: è una parte molto importante della storia del nostro Paese che tende a scomparire». «Si tratta di un mondo duro, pieno di difficoltà e spesso di poche gratificazioni economiche, il quale rappresenta però l’unico modo di essere per alcune persone che non concepirebbero diversamente la loro vita. Pastori o malgari si nasce o si può eventualmente diventare, ma solo per la forte passione che si nutre per gli animali e per i vari aspetti della Natura, anche i più ingrati».
Per quanto senza un supporto visuale "sul campo" (i video ritraggono l'esperto parlare, senza fornire immagini che rimarchino i concetti espressi) l'operazione appare un primo passo (perfezionabile) apprezzabile, utile e per giunta gratuita, fruibile da chiunque e destinata anche a non addetti ai lavori (la puntata n.18 può tornare utile anche ai turisti della montagna, troppo spesso improvvisati e a rischio di sconfinare in territori in cui avviene la monticazione).
(*) l'appartenenza alla classe di rischio minimo di estinzione secondo la Red List of Threatened Species" stilata dall'IUCN (International Union for the Conservation of Nature and Natural Resources) è più legata ai forti interessi che girano attorno allo wilderness business che a qualche reale criticità di una specie in fortissima espansione sull'Arco Alpino e sugli Appennini, ma anche ormai a fondovalle in prossimità di centri urbani
Una presentazione del Ciscal è raggiungibile cliccando qui
La pagina con i link alle venti lezioni(**) è linkata da qui
(**) Elenco delle lezioni in video:
00 – Presentazione del Corso
01 – Le origini del cane da guardiania Anti Lupo
02 – Perché i cani Anti Lupo proteggono il bestiame
03 – Perché i cani funzionano bene contro il lupo
04 – Il lupo: da sempre il nemico di chi alleva bestiame
05 – I cani Anti Lupo meticci e quelli di razza
06 – La taglia ideale del cane da guardiania Anti Lupo
07 – Il carattere del cane da guardiania Anti Lupo
08 – Alimentazione del cane da guardiania Anti lupo
09 – La gestione in alpeggio dei cani da guardiania Anti Lupo
10 – La gestione nei centri abitati dei cani da guardiania Anti Lupo
11 – La gestione in azienda dei cani da guardiania Anti Lupo
12 – Quanti e quali cani adottare per ottenere un’adeguata protezione
13 – Addestramento dei cani da guardiania Anti Lupo
14 – Inserimento e affidabilità con il bestiame dei cani Anti Lupo
15 – Cani da guardiania Anti Lupo e cani da conduzione
16 – Cani da guardiania Anti Lupo per i bovini e altri animali
17 – I cani da guardiania Anti Lupo e la salute del bestiame
18 – I cani da guardiania Anti Lupo e il turismo di montagna
19 – L’operatività del CISCAL – Centro Italiano Selezione Cani Anti Lupo
20 – Conclusione del Corso