Già duramente contestato dai movimenti ambientalisti e animalisti (Lipu, Italia Nostra, Fai e Wwf) all'inizio di questo mese, il Ddl Urbanistica, licenziato in marzo dalla Regione Sardegna, subisce ancora un inciampo, dopo aver incassato le sacrosante critiche del presidente dell'Ucl (Unione Comuni del Logudoro), Angelo Sini.
Sini, che è anche sindaco di Pattada, aveva sottolineato, in un'intervista apparsa sul quotidiano La Nuova Sardegna di martedì scorso che «La Regione sta di fatto sottraendo metri cubi all’allevamento per regalarli agli hotel, con delle norme che oltre che essere inspiegabili dal punto di vista del benessere animale sono anche in conflitto, in alcune parti, con i parametri europei».
Tra i punti di maggior criticità evidenziati dal presidente dell'Ucl, all'Assessorato all'Urbanistica, tre riguardano lo spazio riservato dal Ddl agli animali da reddito, all'interno delle stalle: per "bovini ed equini, 8 mq a capo", per "ovini e caprini, 0,20 mq a capo" e per "suini, 0,70 mq a capo".
Tra le problematiche sottolineate per gli animali da reddito, il poco spazio a disposizione in stalla ("Per rendere l’idea dell’assurdità di tale valore immaginate la vostra camera da letto da 15 mq, con dentro 75 pecore adulte") e la totale mancanza di adesione ai parametri previsti da Bruxelles (in base alla "Direttiva 2008/120/CE Decreto Legislativo 7 luglio 2011 n.122…" che porta immediatamente a pensare che stiamo quindi prevedendo allevamenti fuori norma".
Il limite dei 700 metri quadrati
Trattazione a sé, nelle annotazioni di Sini, la merita il passaggio in cui il Disegno di legge prevede che "in tutti i casi previsti al comma 7, la superficie utile massima non può superare mq 700, comprensivi dei fabbricati esistenti e il rapporto di copertura non potrà essere superiore al 50 per cento…"
Su questo aspetto il presidente dell'Ucl ha sottolineato che con il limite di edificazione di "mq 700 si vieta di fatto la nascita di qualsiasi stalla da ingrasso in Sardegna; vista l’attuale deficit di carne bovina nella nostra isola non mi sembra una scelta lungimirante. Si vieta la nascita di nuove aziende sia ovine che bovine, con tali limiti non sarà possibile dotare un’azienda delle strutture minime aziendali".
"Ad esempio", proseguono le argomentazioni di Sini, "un gregge di 500 capi ovini (RLS 81.000 €) secondo queste norme può edificare al massimo 100 mq per stalle: la sala mungitura da 48 posti completa di sala d’attesa ha mediamente una superficie di 120/140 mq e pertanto non è possibile la costruzione di un ovile per il ricovero del bestiame, impensabile la realizzazione di un fienile. Mediamente oggi un’azienda da 500 capi presenta un fienile da 350/400 mq, un ovile da 250/300 mq ed una sala mungitura da 120/140 mq. Oltre queste strutture è necessario pensare ai ricoveri attrezzi e macchine agricole. Impensabile la realizzazione di caseifici aziendali con tali limiti)".
A tali inappuntabili considerazioni è giunta, laconica, nelle ultime ore, la replica dell'assessore degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica, Cristiano Erriu, dal titolo rassicurante "Le norme urbanistiche non uccideranno le aziende". Replica che ha ammesso una serie di errori (in primo luogo di trascrizione) che da una parte lasciano perplessi (come si può indicare in 1/5 di metro quadrato lo spazio destinato ad una pecora?, ndr), dall'altra sgomberano il campo dai dubbi residui.
"Voglio rassicurare", scrive Erriu al sindaco di Pattada, "che i due parametri riportati nella sua allarmata riflessione pubblicata ieri da La Nuova Sardegna, sono chiaramente il frutto di un grossolano errore materiale nella trascrizione del testo (difficile immaginare una pecora occupare 0,2 mq e un suino 0,70 mq)".
"Quello del disegno di legge", prosegue Erriu, "è inevitabilmente un testo complesso e articolato e pertanto soggetto, purtroppo, a qualche refuso, sfuggito ai controlli anche di alcune delle categorie direttamente interessate con le quali questa parte del testo è stata discussa. I due parametri, che saranno immediatamente corretti all’ingresso del testo in Commissione consiliare, sono, in realtà 1,2 mq ovino e 2,4 mq suino, misure più che adeguate e allineate ai valori riconosciuti in letteratura e più che adeguati a garantire il benessere animale e le esigenze funzionali dell’azienda".
"Il valore che è indicato nel disegno di legge, 700 mq coperti", prosegue l'assessore della Giunta Pigliaru, "costituisce un riferimento a un attuale valore medio delle aziende ma è ragionevole raccogliere la vostra preoccupazione in funzione di nuove prospettive di sviluppo e modernizzazione del settore, non condizionando la misura dei nuovi interventi a un valore astratto, quanto alla dimostrazione delle effettive necessità aziendali".
"Allevamento e turismo", prosegue e conclude Erriu, "sono entrambi settori strategici per l’economia isolana che, non solo non debbono essere visti in conflitto tra loro, ma che possono e devono essere sviluppati in sinergia, tanto per quanto riguardo gli aspetti legati all’approvvigionamento che all’attrattività turistica delle attività tradizionali agricole e zootecniche".
15 maggio 2017