Per chi ancora non lo sapesse, il "pascolo vagante" è quello praticato dai pastori, con greggi proprie (o in affido) all'incessante ricerca di erba. Senza necessariamente una stalla di riferimento, una cascina o un ovile, si tratta di una pastorizia praticata con pecore da carne, destinate ad un mercato che nel nostro Paese si è sensibilmente sviluppato, all'incirca negli ultimi quindici anni, e in particolare nel Nord Italia.
Un mondo, quello del pascolo vagante, senza dubbio ricco di fascino, di personaggi romantici e affascinanti, di storie di libertà, di amore e rispetto per la natura, e di molte altre doti – e qualche umana pecca – di cui non vogliamo qui trattare oggi, lasciando quest'onere a persone preparate a farlo più e meglio di noi.
Una di queste, probabilmente la maggior esperta in materia nel nostro Paese, è Marzia Verona, scrittrice e blogger da oltre due lustri, che negli ultimi anni è stata essa stessa pastora. Chi non la conoscesse deve sapere che in un decennio di vera e appassionata "militanza" – e di molti e interessanti libri scritti – Marzia ha saputo educare schiere di lettori e di consumatori, rendendoli liberi dai preconcetti che comunemente avvolgono quel mondo, comunicando come pochi hanno saputo fare, l'essenza più intima e profonda di esso.
Un blog tira l'altro – Strumento primo della sua divulgazione, a partire dal 2007, è stato un blog che ha fatto la storia in questo settore: "Storie di Pascolo Vagante". Nato su piattaforma Splinder, e trasferito poi su WordPress, quello che era un diario personale, uno spazio per raccontare i pastori e il loro mondo, e che si era trasformato nel tempo in una fucina d'informazioni, oltre che in un notiziario del settore, ha ora chiuso i battenti.
La notizia, annunciata dalla stessa scrittrice sul suo blog all'inizio di aprile, è rimbalzata di bocca in bocca tra i suoi lettori, suscitando un certo scalpore e qualche rammarico tra quelli più affezionati. Anche se l'autrice aveva scritto chiaramente in un suo ultimo post che avrebbe ripreso in altra forma la sua attività sul web (per dare spazio ad un cambiamento che arrivava dal suo "sentire"), un certo spaesamento è corso sul web, in particolare nei social su cui Marzia – in particolare su Facebook – è molto seguita.
Questioni interiori e personali, che debbono maturare nel profondo – è evidente- hanno condotto Marzia a prendersi qualche tempo per riflettere e capire come e dove esprimersi in futuro. Ed ecco che, nell'arco di poco più di un mese, il futuro è già arrivato. Tant'è che a metà maggio, per la precisione domenica 14, la blogger è tornata a scrivere, ma da un suo nuovo blog, che stavolta è intitolato "
Pascoli e stalle".
"Iniziamo", esordisce Marzia nel primo post ("
Dove eravamo rimasti") di questa sua nuova avventura, "dalla copertina che ho scelto per questa pagina (la foto di apertura di questo articolo, ndr): è una sintesi di buona parte di quelli che saranno i contenuti del blog. La montagna, ma la montagna vissuta dall’uomo, che ci lavora con mestieri soprattutto tradizionali, che garantiscono la cura del territorio, l’allevamento di animali (spesso di razze autoctone, razze adatte a sopravvivere con ciò che i pascoli offrono), la produzione/realizzazione di prodotti “tipici”, un paesaggio vivo *che non può fare a meno dell’intervento antropico".
"L’insediamento stabile in quota", è sempre Marzia che scrive, "(e non seconde case, turismo legato esclusivamente agli sport invernali, ecc.) fa sì che il paesaggio abbia quelle caratteristiche attrattive che richiameranno anche i visitatori. Un paesaggio rurale, un paesaggio vario, con elementi naturali e antropici perfettamente fusi gli uni con gli altri".
Nel suo "Pascoli e stalle" la blogger racconterà sia di realtà vive ma anche di quelle in cui l’uomo si è arreso, abbandonandole. Marzia non mancherà di porsi dei quesiti, come in genere fa, di fronte ad ogni abbandono, di chiedersi i perché, di ricostruire vicende, di immaginare quanto dovesse essere dura. E alcune domande già emergono, da questo suo scritto, di fronte a luoghi abbandonati dall'uomo: "È possibile ritornare ad abitare questi insediamenti? La dura vita di un tempo è riproponibile oggi? Cosa è cambiato nel tempo?".
Contenuti vecchi e nuovi – Su "Pascoli e stalle" si troveranno sempre le “storie di vita vissuta”, i protagonisti incontrati dall'autrice, e le storie inviate dai pastori che desiderano raccontare la loro esperienza, la propria vita. Ci saranno anche le cronache dalle fiere a cui partecipano i pastori, per le gare di razza, per vendere formaggio, per acquistare attrezzature, o semplicemente per socializzare. Storie dalle Alpi ma anche dall'Appennino, prevalentemente dall'Italia, ma di tanto in tanto anche dall'estero.
Ma sarà anche un blog di approfondimento, e di ampliamento di uno spettro di analisi di questo mondo, di cui in effetti si sente l'esigenza. Da questo suo primo pezzo emergono netti i problemi di oggi, i dubbi, le sfide di una società che nel suo complesso raramente sa (o vuole) integrarsi con il mondo pastorale. Problemi di stringente attualità: non ultimi quelli legati ai media generalisti, mai troppo attenti e veritieri sul mondo dei pastori, incapaci di capire a fondo ma sempre pronti a parlare, talvolta in modo oggettivamente discutibile, se non errato (siamo noi a dirlo, ndr)
E poi ancora, i luoghi, pensati attraverso gli occhi dell'una e dell'altra parte, vale a dire riflettendo sul significato che assume un medesimo ambiente – un pascolo ad esempio – per un cittadino in vacanza o per chi in quel luogo ci lavora. Ne emergono questioni sociali tutt'altro che irrilevanti, che si affacciano da diversissime prospettive, questioni a volte curiose, altre volte assai critiche. Aspetti spesso irrisolti di una convivenza non sempre civile (pensiamo, ed è un nostro pensiero, a chi per svago, a piedi, in bici, o in moto, invade un territorio non suo, in cui qualcuno sta lavorando, con le sue greggi, i suoi cani, le sue necessità, la sua vita, ndr), su cui riflettere, nel tentativo di mediare le diversità, di accorciare le distanze.
Questo e molto, moltissimo altro, nel primo post del nuovo blog di Marzia Verona. Nel frattempo, altri pezzi stanno già popolando di interessanti contenuti il suo nuovo spazio virtuale, offrendo nuovi spunti sempre interessanti, ampliando gli orizzonti oltre le strettoie, abbattendo gli steccati, riducendo le divergenze e conquistando – ce lo e glielo auguriamo – sempre nuovi pubblici e sempre più consapevoli lettori.
29 maggio 2017