La Fao applaude Marcelli ma il comune non ne vuole sapere

Nunzio Marcelli in Afghanistan per il progetto “Enduring Cheese”. Al suo fianco un pastore nomade Kuchi

Una delegazione della Fao, l’organizzazione internazionale Onu per l’agricoltura, ha fatto visita la settimana scorsa all’azienda agrituristica La Porta dei Parchi di Anversa degli Abruzzi, per  conoscere le varie attività dell’azienda e apprendere il funzionamento di una filiera di produzione e trasformazione di formaggi e carni da animali allevati in proprio e secondo i vincoli della produzione biologica.

Dalla stalla al caseificio, dalla sala di stagionatura alle attività agrituristiche, gli ospiti – provenienti da Colombia, Cile, Regno Unito e altri Paesi di tutto il mondo – non hanno smesso un attimo di fare domande manifestando un interesse e un entusiasmo lusinghieri ma che non fanno che confermare validità e attualità di modelli produttivi tradizionali ancora esistenti nei borghi medievali abruzzesi, caratterizzati da una storia materiale agropastorale e da una grande valenza ambientale.

Alla visita ha fatto seguito una degustazione di prodotti, che hanno ottenuto un apprezzamento appassionato; la successiva votazione ha visto letteralmente trionfare il Muffato, nuovo prodotto che ha coniugato i sapori e i saperi mediterranei con quelli centro-asiatici. Questo formaggio nasce dalla missione in Afghanistan di Nunzio Marcelli, che dell’azienda è il deus ex machina, per il progetto di cooperazione con i pastori Kuchi: nel corso del viaggio Marcelli ha avuto modo di conoscere le tecniche di lavorazione centro-asiatiche, insegnando da parte sua ai pastori afgani le modalità di caseificazione tipiche degli Appennini. Tornato in Abruzzo, ha voluto rendere concreta questa “contaminazione” di culture, e il risultato è il Muffato, un formaggio morbido dal sapore delicato, che pur avendo iniziato la produzione da pochi mesi sta già incontrando un grande interesse ed entusiasmo.

L’attenzione per realtà come La Porta dei Parchi dimostra una volta di più come lo sviluppo di un turismo rurale che integri la produzione agropastorale ai servizi, offrendo uno scorcio autentico di cultura contadina, incontri un interesse crescente a livello nazionale e internazionale, dove si sta riconoscendo sempre più il ruolo fondamentale di queste attività anche per la conservazione dell’ambiente e la manutenzione del territorio.

«Peccato però», afferma Marcelli, «che i tanti studi in materia non siano a conoscenza degli amministratori di Anversa, comune in cui (come in gran parte delle zone interne) i terreni abbandonati sono in tendenziale aumento e che si caratterizzano per un declino demografico ed economico». Un trend che molte politiche europee, nazionali e regionali cercano di invertire perché dall’abbandono dei terreni discende il loro imbarbarimento, la perdita di identità rurale e di coesione sociale, una drastica riduzione della biodiversità e del numero di specie presenti e lo spopolamento dei borghi.

«Evidentemente», insiste il pastore abruzzese, «tutto questo ad Anversa degli Abruzzi non interessa, come dimostra la solerte richiesta di allontanare alcuni somari dell’azienda da un pascolo all’imbocco delle Gole del Sagittario». Somari che erano stati condotti lì per ripulire i terreni dalle sterpaglie (primo vettore di incendi, ndr), in una zona a suo tempo coltivata e pascolata proprio da quegli animali.

Ed è così che per Marcelli «Anversa ha perso un’altra occasione per dimostrare di rifiutare l’omologazione a una cultura perdente, che non sa cogliere l’importanza del patrimonio rurale di questi territori, e che in questo modo non potrà che svendersi al partito degli appalti, senza dare alcuna possibilità occupazionale ai nostri giovani».

Da una parte l’interesse entusiastico del personale internazionale della più importante organizzazione Onu per l’agricoltura, dall’altra l’asfittico atteggiamento dell’amministrazione locale che volta le spalle alle realtà produttive e innovative presenti sul territorio, allo sviluppo turistico e alla manutenzione gratuita delle aree, «in virtù», prosegue Marcelli, «di uno snobismo frutto di un atteggiamento probabilmente legato alla eccessiva presenza di baby-pensionati che vivono a carico dei contribuenti».

«Una cecità», conclude Marcelli, «che non vorremmo dover addebitare al fatto che i somari – intendiamo i quadrupedi – fatti così solertemente sgombrare appartengono a esponenti dell’opposizione».

28 ottobre 2009