“Era un giorno come tanti, stavo salendo all’alpeggio, i testi erano ormai scritti, tutti i trenta racconti aspettavano solo più qualche rilettura e la scelta delle foto da abbinare a ciascuno, ma serviva un titolo ad effetto. Non so come, non so perché, ma nell’affrontare le ultime curve sulla strada asfaltata, quelle che vengono comunemente conosciute come “le scale del Moncenisio”, mi è venuto in mente che “Intelligente come un asino, intraprendente come una pecora” poteva essere una buona idea”
È con queste parole che Marzia Verona, esperta e studiosa di pascolo vagante e di sistemi pastorali alpini, oltre che valente fotografa di questo particolarissimo mondo rurale a costante contatto con la natura, parla della sua ultima fatica letteraria, libro che ha per sottotitolo “Storie di animali, allevatori e montagna” e che verrà presentato venerdì 18 dicembre presso l’Ecomuseo “La Crumiere” di Villar Pellice alle ore 21.
In attesa della serata ufficiale, l’autrice ha dedicato un blog al suo nuovo volume, attraverso cui terrà aggiornato il proprio pubblico sulle future serate itineranti di presentazione, segnalando dove lo si potrà acquistare, ma anche come acquistarlo on-line, come organizzare una serata, e molto altro ancora.
«Le serate», ci tiene a precisare la Verona, «non saranno classiche presentazioni di libri» perché l’autrice le correderà con proiezioni di bellissime immagini da lei stessa scattate, che accompagneranno i suoi racconti su questo straordinario mondo che sopravvive a mille vessazioni e difficoltà d’ogni genere.
È eloquente, per capire lo spirito e il senso dell’opera, leggere questi pochi passi che l’autrice ha appena pubblicato sul blog: “C’erano due delle storie di cui si compone il libro, quella sull’asino (che alla fine non è stupido, ma persino più intelligente del suo padrone) e quella sulla pecora che abbandona il gregge e si unisce ad un altro gruppo di animali. Forse ci poteva stare anche un legame con la pecora ed il suo agnello che percorrono chilometri sulle tracce del gregge… O al montone venduto da un pastore ad uno strano eremita che vive in una casa fatta di massi ciclopici, montone che ritorna dal vecchio padrone con una campanella nuova di zecca al collo”.
Un racconto avvincente e intenso, dalla parte di chi, per scelta o per tradizione, si trova a fare uno dei mestieri più liberi e autentici del mondo, in simbiosi più con la natura, le sue insidie e i suoi doni che con la burocrazia e la grettezza umana (spesso quella delle amministrazioni locali in cui le greggi transitano) di chi non riesce a tollerare il “diverso”.
24 novembre 2009