Il buon latte e il buon formaggio sono possibili laddove pascolo e foraggi del territorio siano disponibili e dove la zootecnia punti ad un reale benessere degli animali. Lo sanno in molti, ma non lo fa quasi nessuno, perlomeno qua in Italia con la scusante che nel nostro Bel Paese di pascoli e foraggio non ce ne sarebbero
abbastanza
Ma a pensarla diversamente sono quelli del gruppo lattiero-caseario vicentino Brazzale, che per realizzare il loro sogno hanno operato un grosso ed apprezzabile investimento in Brasile, dove i pascoli di certo non mancano e il governo favorisce questo genere di investimenti.
E allora accade che un territorio immenso verrà a breve riconvertito da monocoltura a prato seminativo polifita, in cui la bellezza di duemila vacche pascoleranno indisturbate.
Le particolarità più interessanti dell’operazione consistono nell’impianto di 600mila alberi distribuiti e alternati al pascolo stesso (assicureranno ombra agli animali nelle stagioni più calde), nell’eliminazione del taglio del pascolo per produrre foraggio (il clima permette l’allevamento allo stato brado per quasi tutto l’anno) e l’esclusione di fertilizzanti chimici.
Il progetto, che consentirà alla Brazzale un fatturato annuo di un milione di euro già dal primo anno di esercizio, già prevede un futuro ampliamento sino a raggiungere un giro d’affari di cinque milioni di euro per anno.
Oltre al reddito da latte e formaggi, è previsto quello derivante dal taglio periodico del legname, con cui l’azienda entrerà in un segmento di mercato abbastanza nuovo per il Brasile: quello dell’edilizia ecologica. Con gli scarti del legname invece verrà avviato un terzo fronte di attività, nel campo delle energie rinnovabili.
L’azienda presenterà progetto e prodotti nel corso del prossimo Cibus, che si terrà a Parma dal 10 al 13 maggio prossimi.
17 marzo 2010