La Valle Camonica fa scudo attorno al suo latte

La Comunità Montana della Valle Camonica si fa garante del futuro del latte di montagna. Lo ha affermato nella sostanza il suo assessore all’agricoltura Dino Mascherpa assieme al responsabile zootecnia dello stesso ente, Alessandro Putelli che, in compagnia del presidente Cissva (Caseificio Sociale Valle Camonica e Sebino) Giancarlo Panteghini, hanno presentato la scorsa settimana il piano per “il miglioramento e la qualificazione del latte di montagna”, che prevede investimenti per oltre due milioni e mezzo di euro (con un contributo regionale di circa il 50% a fondo perduto) a sostegno dell’operazione.

L’obiettivo principale è quello di far rimanere in valle il maggior latte possibile (attualmente viene venduto anche a gruppi estranei al contesto locale) e di valorizzarlo nella produzione di formaggi locali, da promuovere poi adeguatamente e da utilizzare anche come attrattiva turistica con il marchio “Sapori della Valcamonica”.

Oltre alla Comunità Montana il progetto coinvolge ottanta aziende agricole e una cooperativa di trasformazione del latte (la Cissva, appunto), cinque amministrazioni comunali, un ente di formazione e uno di supporto tecnico.

Un’attività che porterà qualche minimo beneficio agli allevatori (un beneficio basato solo sul prezzo, per loro che hanno poco potere contrattuale) ma che senza un’alternativa al nome Cissva appare evidentemente destinato ad avere con sé i limiti d’un monopolio che per quanto locale, sempre monopolio sarà. Altra dignità produttiva è quella conquistata da chi sa creare piccole aggregazioni atte alla trasformazione, o meglio ancora chi decida di trasformare in proprio il suo solo latte. Attuando quel modello basato sulla diversificazione, sulla biodiversità e opposto alla globalizzazione (su larga o piccola scala che sia), che tanto ci sta a cuore.

14 aprile 2010