Incredibile ma vero. Si fa un gran parlare di taroccatori e di difesa delle produzioni tipiche, i produttori dichiarano perdite drammatiche per via dei falsi, e le istituzioni si levano giustamente a scudo delle vere tipicità. Ma così non è sempre, visto che alla Bit di Milano, che ha aperto i battenti ieri, proprio la Regione Lombardia è riuscita a scivolare sulla classica buccia di banana. O meglio sulla consonante “d” con cui finiva il nome dello “Strachitund” proposto in degustazione (l’autentico e realmente tipico è lo Strachitunt, ndr).
Ne dà notizia l’Eco di Bergamo di oggi, raccontando di uno stand dell’ente pubblico regionale “imbandito con prodotti della terra lombarda… quelli orobici: ecco il vino di Scanzo, le bottiglie di acqua San Pellegrino e, tra i formaggi, in bella mostra, una forma tagliata – e assaggini a fianco – con cartoncino Strachitund («d» finale)”.
Rimane esterrefatto il giornalista che cerca di capire l’arcano, perché il cameriere, per spiegarne la provenienza, risponde con un candido «tra Bergamo e Brescia», vale a dire fuori dalla zona di produzione.
«Una scelta assurda» – commenta all’Eco di Bergamo il presidente del Consorzio di Tutela Strachitunt, Alvaro Ravasio – «e un brutto messaggio per il consumatore. Ma anche per gli stessi funzionari e assessori regionali con cui per anni abbiamo combattuto la battaglia per avere la Dop. Bisognerebbe capire chi ha gestito questo tipo di promozione».
Davvero un brutto scherzo, giocato per di più alla vigilia dell’ufficializzazione della Dop (oggi scade il periodo entro cui sarebbero state ammesse eventuali opposizioni di terzi, ndr). Sulla vicenda sarebbe già in corso una verifica interna all’ente, per individuare i resposabili della brutta scivolata, al fine di prendere i necessari provvedimenti e di dar conto dell’errore al consorzio e ai produttori del vero Strachitunt.
18 febbraio 2011
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