Poligono di Quirra: il gip di Lanusei sfratta pastori e animali

Nel poligono militare di Perdasdefogu-Quirra sono stati fatti brillare negli anni materiali di incerta natura. In molte di quelle occasioni ai pastori venne fatto divieto di pascoloÈ la fine di una convivenza impossibile, quella tra pastori e militari, tra vittime e carnefici, in quell’angolo di Sardegna sulla costa orientale della provincia di Cagliari che dal 1956 è occupato da uno dei poligoni militari più a rischio dell’intera Europa, tra Perdasdefogu e Quirra. L’invasione di un territorio di pastorizia e di agricoltura ha avuto il peggiore degli epiloghi possibili, con lo “sfratto” di chi lì viveva da sempre, ma in sostanza per un buon motivo: la salute dei cittadini e quella dei loro animali sono il bene maggiore, e questo bene va tutelato, sinché possibile.

Lo ha disposto il Gip del tribunale di Lanusei Paola Murru che ieri, su richiesta del procuratore Domenico Fiordalisi, ha messo sotto sequestro preventivo l’intero poligono sperimentale interforze del Salto di Quirra, che si estende per circa 12 ettari fra le province di Cagliari e dell’Ogliastra. Ed è una decisione di grande rilievo in quanto si tratta del primo caso del genere in Italia.

Sempre ieri, il procuratore Fiordalisi ha firmato un decreto di sequestro probatorio delle sorgenti, dei corsi d’acqua che hanno origine nel bacino idrografico del Rio Quirra e del sistema di accumulo e di condutture idriche che dal poligono raggiungono l’abitato di Villaputzu e della frazione di Quirra, sempre nell’ambito dell’indagine per disastro ambientale e omicidio di pastori che svolgevano l’attività nell’area del poligono.

Le relazioni degli esperti incaricati dal tribunale hanno confermato che le nanoparticelle nocive generate durante le esercitazioni e le sperimentazioni militari nel poligono sarebbero giunte nella rete idrica della frazione di Quirra e nell’intero comune di Villaputzu, che non a caso è la zona in cui è stata registrata la più alta incidenza di tumori. Una rete idrica, è stato accertato, che non è mai stata soggetta, nonostante tutto, ad alcun controllo.

Giunge quindi ad una svolta decisiva il lavoro che la Procura di Lanusei sta conducendo dal gennaio scorso in collaborazione con la Squadra Mobile di Nuoro e il Corpo Forestale della Regione. Venendo al sequestro preventivo del poligono, riguardante un’area di 12mila ettari, questo non impedirà le attività militari già autorizzate e programmate né quelle commerciali e industriali ad esse collegate (il poligono fattura 50mila euro all’ora quando affittato a Stati esteri e industrie belliche, ndr) e che hanno avuto il via libera del ministero della Difesa, ma saranno vietate tutte le attività agropastorali. Tutti i pastori che sinora hanno frequentato l’area sotto sequestro con il loro bestiame debbono ora abbandonarla, con i loro animali (si calcolano circa 5mila capi tra ovicaprini e bovini) ma nessuno ad oggi si è espresso sulle alternative di pascolo e di vita che agli ultimi pastori rimasti verranno offerte.

13 maggio 2011