Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, una lettera aperta del pastore Nunzio Marcelli di Anversa degli Abruzzi. Destinatario della missiva il Wwf Italia, vera macchina da business in grado di muovere finanziamenti per decine di milioni di euro. Il testo di Marcelli è fortemente ironico e non risparmia le giuste critiche all’associazione ambientalista, di fronte ad una situazione che vede la pastorizia abbandonata a sé stessa e la wilderness modaiola gongolarsi in iniziative degne di una grottesca Disney all’Italiana. Se non ci fosse chi ne paga aspramente le conseguenze (i pastori appunto, e la montagna più autentica) ci sarebbe da ridere…
Cari amici del Wwf,
grazie per i numerosi incontri che state organizzando per sensibilizzare agricoltori e allevatori sul problema della difesa di campi, raccolti, allevamenti e apiari dalle incursioni dell’orso. I progetti finanziati con fondi europei prevedono questo tipo di attività, e quindi anche nel vostro Life Arctos(1) (finanziato dalla Comunità Europea con 2 milioni e 700mila Euro) avete dovuto inserire gli incontri che state ora svolgendo tra cui quello di domani a Pescasseroli per “insegnare l’uso dei recinti elettrificati”.
Essendo la vostra un’organizzazione con così tanti impegni – solo il bilancio di Wwf Italia è di ben 21 milioni di Euro all’anno (dati 2008, gli ultimi disponibili sul sito Wwf), e con quasi 3 milioni solo per il marketing del panda sarete molto indaffarati. Non vorremmo perciò che vi foste confusi: leggiamo in questi giorni che il Wwf ha concluso un accordo con il gigante dei parchi divertimenti Disney, che finanzierà le Oasi Wwf.
Non sarà che quando avete programmato le attività nei parchi d’Abruzzo avevate in mente Disneyland o l’orso Baloo?
Cari amici del Wwf, non ci verrete a dire che la risposta “innovativa” che date al problema degli orsi sono i recinti elettrificati e gli “esperti in orsi confidenti”(2): ci auguriamo che i tanti denari pubblici che la Comunità Europea distribuisce vengano spesi meglio. Oppure deve continuare a passare l’idea che ci sia bisogno di insegnare a chi da sempre sta in montagna come convivere con quella fauna selvatica che, se oggi consente di ottenere finanziamenti pubblici, è arrivata fino ai giorni nostri non grazie ai collari Gps, ai recinti e alle altre “trovate” inserite nei formulari per ottenere i fondi europei, ma grazie a pastori e agricoltori che hanno conservato questa biodiversità di cui ora si moltiplicano i ben retribuiti paladini. Insomma con l’orso c’è chi ci mangia, e chi lo campa.
La attività tradizionali di pastorizia e agricoltura di montagna, che senza che nessuno alzi un dito per difenderle stanno scomparendo dal nostro territorio, non solo hanno convissuto per secoli con lupi, orsi, linci e altri selvatici, ma ne hanno consentito la conservazione fino ai giorni nostri, e questo – al contrario dei risultati dei tanti progetti Europei – è un dato di fatto di cui sembra che non si voglia tenere alcun conto.
Invece dei recinti e degli addetti all’orso confidente, un incontro pubblico che parli di questo consentirebbe di capire finalmente se volete fare dell’Abruzzo il nuovo Parco a tema della Disney, o siete davvero interessati alla tutela di questo territorio da un punto di vista sociale, ambientale e della sua cultura materiale: un territorio che è arrivato fino ad oggi intatto grazie alla sua storia millenaria, ben prima che i panda sbarcassero in Abruzzo.
Buon lavoro dagli allevatori dell’Arpo (Associazione Regionale Allevatori Ovicaprini)
Nunzio Marcelli
2 settembre 2011
(1) incontro del Wwf per il progetto “LIFE Arctos” per la tutela dell’orso, svoltosi a Pescasseroli il 25 luglio scorso
(2) il Wwf ha recentemente annunciato di essere pronto a rispondere alle emergenze con gli “addetti agli orsi confidenti”, formati sempre attraverso fondi della Comunità Europea