L’ipocrisia degli animalisti contro la “battaglia delle capre”

Per gli animalisti torinesi le capre vanno protette nelle sagre di paese. Sulle montagne possono continuare ad essere scannate dai lupiIpocriti, bugiardi e speculatori. Sono i tre aggettivi che ci sorgono spontanei, leggendo dell’ultima crociata sferrata da sedicenti animalisti (gli “animalisti da salotto”) contro il mondo rurale e le sue tradizioni. Aggrappati a una definizione che va ben al di là del fatto contro cui si scagliano, le primedonne della “difesa” degli animali puntano il dito contro la “battaglia delle capre” di Lanzo Torinese, ospitata dalla manifestazione “Animalanzo” lo scorso 9 ottobre, accusando i “crudeli organizzatori” di tanta atroce efferatezza nei confronti dei poveri indifesi animali, come se in quelle sfide naturali corressero sangue a fiumi e morti a bizzeffe.

Per lanciare il loro sciocco attacco, gli animalisti da salotto hanno impugnato, stavolta a sproposito, la legge 189 del 2004 contro i combattimenti tra animali, aggiungendo alla loro azione un’iniziativa nuova rispetto al passato: un risoluto quanto ridicolo invito alle amministrazioni locali (in questo caso il comune in provincia di Torino) ad una “maggiore attenzione nell’autorizzare spettacoli discrepanti da quelli che dovrebbero essere propri di una società civile”.

“Un combattimento”, dicono alla sede torinese dell’associazione Animalisti Italiani, “non può che avvenire dietro azione coercitiva dell’uomo”, accostando così speculativamente degli ingenui eventi paesani agli efferati combattimenti tra cani, organizzati dalla malavita per il mercato delle scommesse clandestine.

L'istinto è tale che ogni capra insegna sin dai primi mesi ai propri capretti a destreggiarsi nella cosiddetta "battaglia delle capre"Orbene, chiunque abbia osservato i comportamenti delle capre in un pur felice àmbito naturale come può essere l’alpeggio (a noi è capitato, più volte; a questi “animalisti” stranamente no) o il pascolo brado in genere, si sarà reso conto della tendenza di alcuni capi a sfidarsi – naturalmente e senza induzione da parte di alcun essere umano – in una sorta di “battaglia”, del tutto e sempre incruenta, giocata a colpi di testate una contro l’altra.

Un  gioco naturale e primordiale, una sorta di sfida per il primato tra contendenti, il cui preludio è una sorta di danza che la sfidante compie, ad avvisare la sfidata delle proprie intenzioni. Un’atteggiamento e un fare che affascina sempre i non avvezzi al mondo rurale e animale. E che non potrebbe muovere né a compassione né tantomeno a rivolta una persona che avesse anche solo un’infarinatura della materia etologica.

Tutti stupidi, disinformati e bendati di fronte alla realtà delle cose quindi, questi signori, o forse semplicemente interessati a conquistare visibilità mediatica nazional-populista? Che senso avrebbe per questi personaggi vietare “sfide” come queste nell’ambito delle sole sagre paesane e lasciare che le stesse avvengano naturalmente in alpeggio, per la natura stessa che le capre hanno di battagliare? Vogliono lor signori gli ambientalisti da salotto che parlano parlano di animali, ma poco sanno, salire in montagna per frenare un istinto ancestrale delle capre che ad oggi conta zero vittime? O se ne guardano bene ad andare sin lassù per non incorrere nel rischio di dover ammettere poi che la difesa di due capre in paese non vale quella di mille animali da latte in montagna, quando la sfida diventa del lupo contro capre, ovini e vitelli?

Cosa si nasconde dietro l’atteggiamento di chi difende le capre in occasione di una sagra paesana di un giorno per poi lasciarle il resto dell’anno vittima sacrificale del venerato selvatico? Non è forse questa la battaglia della città ignorante (che ignora e rifiuta le culture rurali) allevata a voler bene all’orso Yoghi e a Bambi, contro una montagna già in ginocchio? Come non pensare che questi attacchi non rappresentino il tentativo del colpo di grazia all’ultimo baluardo verso la  costruzione del”impero dei parchi” voluto, per meri interessi di business, complice la noncuranza della politica, nei salotti buoni della wilderness urbana?

21 ottobre 2011

Sull’istinto caprino di battagliare
(video YouTube)
Da adulti (vedi da 0:58)
ma anche sin da cuccioli (vedi da 1:41)

 

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