Dopo una serie di incontri preliminari nasce “Crava”, interessante forma associativa tra produttori di formaggi caprini del Verbano; già dalla prima assemblea, tenutasi lunedì scorso 21 novembre, sono emersi una serie di segnali positivi che caratterizzano sin d’ora la neonata realtà. Il primo e più evidente sta nella coesistenza “sotto uno stesso tetto” di realtà produttive differenti (una decina in totale per ora), visto che al nucleo centrale di piccoli produttori “di fattoria” che trasformano il solo proprio latte, si sommano due “latterie” del comprensorio (che raccolgono e trasformano il latte di allevatori della zona): la Cooperativa Antigoriana di Crodo, rappresentata dal direttore Giovanni Tacchini, e la Cooperativa Vigezzina di Santa Maria Maggiore, rappresentata dal presidente Ettore Besana.
L’associazione, che è sorta nell’ambito delle iniziative della locale Camera di Commercio (tese a rafforzare le imprese agroalimentari, il miglioramento della qualità dei prodotti, la promozione e l’associazionismo) ha preso il via dal progetto “Il Lago Maggiore, le sue valli, i suoi sapori” (programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013). Ha sede presso la Camera di Commercio di Baveno e il suo statuto prevede di accogliere anche gli allevatori di capre che intendono sviluppare nell’ambito delle proprie aziende la trasformazione del latte e la commercializzazione dei formaggi di capra (e misti).
All’interno dell’associazione si è raggiunto un buon equilibrio tra le due cooperative e i produttori aziendali (che utilizzano esclusivamente il latte delle proprie capre). Nel corso della prima assemblea, svoltasi lunedì scorso 21 novembre, è stato stabilito che nel consiglio figureranno due vicepresidenti, uno in rappresentanza delle cooperative (dapprima Besana, al quale si avvicenderà in futuro Tacchini, qui sopra nella foto) e uno per i produttori che lavorano il solo latte aziendale (primo incarico a Rolando Gaiazzi, qui raccontato sul blog Ruralpini). Interessante notare che sia il presidente (Flavio Lavarini, sotto nella foto) che il segretario (Andrea Piffero), entrambi produttori e titolari di piccole aziende, hanno meno di trent’anni d’età. Il primo ha un’azienda di fondovalle, con ampie superfici foraggiere, il secondo è produttore di montagna, con agriturismo sopra l’abitato di Canobbio.
L’associazione nasce con buone premesse (alle spalle ci sono stati diversi incontri a cui hanno partecipato anche altri produttori che probabilmente aderiranno in seguito), e con un contributo “di dotazione” della Camera di Commercio di duemila euro, pari alla cifra versata dai soci, a titolo di adesione. Per il prossimo anno è prevista la partecipazione a fiere e a manifestazioni come quella che si svolge nelle valli del Verbano con il titolo di “Serate di gola” che ha già visto la partecipazione di alcuni dei produttori soci.
L’aspetto più importante che l’associazione dovrà definire è l’uso e l’attribuzione del marchio e le attività di certificazione della qualità del prodotto dei soci. Come è stato chiarito sin dai primi incontri, l’associazione è un’aggregazione di produttori e non un’associazione che tutela e valorizza una particolare tipologia di formaggio. Ciò nonostante, sarà necessario stabilire un disciplinare per l’attribuzione del marchio che tenga conto della realtà “latteria” e “fattoria”. Un marchio che dovrà attestare un buon livello di qualità dell’insieme della produzione dei soci ma anche aiutare i singoli produttori a migliorarsi continuamente. Da questo punto di vista continueranno le verifiche analitiche (in particolare microbiologiche) e quelle della qualità sensoriale (anche attraverso metodologie di autovalutazione) per la quale sono state già gettate le basi con il programma “Il Lago Maggiore, le sue valli, i suoi sapori”, ora in fase di ultimazione.
Crava rappresenta un esempio positivo di nuovo associazionismo agricolo, un associazionismo che nasce “dal basso” sia pure accompagnato da un ente che si è dimostrato molto sensibile a queste realtà agricole “minori” ma ricche di potenzialità. Un associazionismo che potrebbe rappresentare un esempio importante in una fase storica in cui a Bruxelles si rilanciano le associazioni tra produttori. Una realtà che tra gli anni ’70 e gli ’80 ebbe anche in Italia una sua prima breve stagione.
Il merito di questo primo risultato (che poi è un punto di partenza) va ai produttori che hanno saputo far prevalere lo spirito di collaborazione sul particolarismo che normalmente frena queste iniziative ma anche alla Camera di Commercio, al suo segretario generale Maurizio Colombo e ai suoi collaboratori. Un gruppo di lavoro, il loro, che ha saputo operare con pazienza e duttilità rispetto ad una realtà abbastanza lontana e diversa dagli ambienti imprenditoriali con i quali sono più abituati a trattare.
25 novembre 2011