Pastori sardi: Villaggio si schiera dalla parte degli sciocchi

Il comico Paolo Villaggio nello studio della trasmissione Brontolo di Rai 3Appena un mese fa era circolata sul web una voce che lo dava per morto, subito smentita con buon senso dello humour dal diretto interessato. Stavolta c’è poco da ridere per Paolo Villaggio, dopo che l’ex comico ligure ha avuto l’ardire di imputare la scarsa natalità della Sardegna al fatto che i suoi pastori si accoppierebbero con le pecore

Battuta di bassissima lega, di vecchissimo conio e di inaudibile stridore, se si pensa alle reali cause – la crisi galoppante, la mancanza di posti di lavoro, il prezzo del latte che non paga agli allevatori neanche le spese – per cui in Sardegna, come in vaste altre parti del Paese la natalità è da anni in calo verticale.

Una boutade di estrema gravità, se si pensa che è stata divulgata dalla tv pubblica e che il conduttore della trasmissione, Oliviero Beha, non è intervenuto per censurarla. Che dire, quindi? Che si può essere anziani quanto si vuole (Villaggio ha ottant’anni) e addurre un qualche rimbambimento (se così fosse, perché dargli spazio in tv?), si può essere stati attori sotto la regia di grandi cineasti (Fellini, Monicelli, Olmi, Wertmüller), ci si può credere personaggio popolare e amato dal pubblico televisivo (lo era il suo personaggio Fantozzi) ma non ci si deve abbassare a stupide generalizzazioni non tanto perché infondate e indimostrabili, quanto piuttosto per evitare di insistere su logori luoghi comuni, di screditare un’intera categoria e di rendersi ridicolo a chi abbia un minimo di intelligenza.

All’affermazione di Villaggio («Penso che molti pastori abbiano delle relazioni con le pecore») sono seguite naturalmente molte reazioni, d’ogni genere. Da quelle indignate del governatore della Sardegna Cappellacci («Il servizio pubblico, pagato dai cittadini, non può essere ridotto a veicolo di stupidità, volgarità e ignoranza. Se il livello culturale offerto da certe trasmissioni scende così in basso lo Stato farebbe bene a considerarle tra le voci soggette a tagli») a quelle dell’avvocato dell’Mps (Movimento Pastori Sardi), Anna Maria Busia («Chiederò una copia ufficiale del filmato andato in onda; poi solleciterò la Procura a valutare se vi siano ipotesi di reato») che sta valutando l’opportunità di una querela per danni.

Come in ogni querelle che parta dal mondo televisivo, non poteva mancare la voce fuori dal coro, anch’essa proveniente dalla stessa Sardegna. Si tratta dello scrittore Flavio Soriga, vincitore nel 2008 del Premio Mondello con il romanzo “Sardinia Blues”. «Ad una certa età», ha affermato Soriga, «bisognerebbe ripetere una battuta ancora di più che da giovani, prima di cercare di far ridere, soprattutto quando si vuol fare ironia sui luoghi comuni». Con quelli, ha proseguito lo scrittore sardo, «bisogna stare molto attenti, perché se non si fa ridere, si fa male. Se indovini la frase fai ridere, ma se la sbagli fai male e batti su un tasto che può essere dolente. Nella frase di Villaggio, d’altra parte, non c’è un fondo di verità o di denuncia».

A rincarare la dose si è cimentato lo stesso Villaggio, con un’altra frase assai poco felice, rilasciata alle agenzie di stampa non appena il caso era scoppiato. Riferendosi alla sua pessima uscita in televisione, ha tenuto a precisare che «era solo un paradosso ma se ho sbagliato chiedo scusa». Una forma dubitativa che manifesta la volontà di difendere l’indifendibile. Come scusarlo?

Dal canto suo, ed è notizia di ieri 13 gennaio, l’Mps ha rilasciato un comunicato stampa rivendicando con fierezza il ruolo sociale della pastorizia nell’isola e confermando le voci di un’azione legale nei confronti di Villaggio: “Secoli di storia, la partecipazione dei pastori della gloriosa Brigata Sassari alle eroiche imprese della prima guerra mondiale, i sacrifici di sempre e le lotte di oggi per una più equa distribuzione del reddito cancellate con poche battute che non hanno suscitato l’ilarità di nessuno (almeno si spera) ma che certamente fanno riflettere sui tanti luoghi comuni e le tante discriminazioni che la Sardegna ha dovuto subire e continua oggi a subire”.

“Il rispetto della memoria e la dignità ci impongono di chiedere alla televisione di Stato, a Oliviero Beha e a Paolo Villaggio,  un più significativo e approfondito chiarimento che possa consentire anche a chi rappresenta questa complessa e fiera realtà di comunicare a tutti gli italiani quali sono le reali condizioni di vita dei pastori sardi e quale sia la loro difficile condizione.
A tal fine il Movimento Pastori Sardi ha dato incarico all’avvocato Patrizio Rovelli di porre in essere ogni iniziativa finalizzata a tutelare la vera e positiva immagine di questa importante parte della Sardegna”. Firmato Felice Floris, presidente Movimento Pastori Sardi.

14 gennaio 2012

Sullo stesso argomento: “Villaggio è un opinionista da strapazzo, ma la natalità zero è un problema gravissimo” (La Nuova Sardegna 12 gennaio 2012)