La montagna piacentina promuove il Grana senza lisozima

foto Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano©

11 dicembre 2008 – La montagna piacentina rivendica la sua superiorità in campo caseario e ne ha ben donde, visto che qui si produce quel poco e raro Grana Padano senza lisozima che è l’orgoglio di una zootecnia che non conosce problemi di sporigeni, perché «quassù le bestie si allevano ancora come una volta, con un’attenzione maniacale ad ogni dettaglio».

Il nostro, dicono gli interessati, è «in tutto e per tutto uguale al Grana Padano classico e come tale è marchiato, ma con la particolarità che viene prodotto con solo latte della montagna piacentina, munto da mucche alimentate con foraggi e mangimi locali».

L’area è di quelle senza dubbio svantaggiate, in quanto montana, ma qui anziché lamentarsi e recriminare si son rimboccati le maniche e dal 2006 hanno avviato un progetto di promozione del prodotto e del territorio che adesso sta portando i suoi frutti.

Capofila dell’iniziativa sono la Provincia di Piacenza, il Gal (Gruppo di azione locale), la Soprip (Societa’ per la promozione dell’Appennino di Parma e Piacenza) e l’Apl (Associazione Produttori Latte), che puntano sulla superiorità e la naturalità del prodotto: qui da noi, dicono, «non e’ necessario utilizzare il conservante lisozima per la stagionatura», perché evidentemente l’alimentazione non porta nel latte problemi di sporigeni (legati al grande uso di mais della zootecnia di pianura).

«Il latte», precisa poi una nota rilanciata oggi dall’Ansa, «viene lavorato in caseifici a conduzione familiare con metodi tradizionali, che esaltano le caratteristiche organolettiche e di genuinità» della materia prima. E il prodotto finito è poi commercializzato dopo una stagionatura che varia dai nove ai ventiquattro mesi e oltre.

I primi a produrre Grana Padano di montagna sono stati, nel 2006, quelli del caseificio Contini di Bacedasco Basso, nel comune di Vernasca, seguiti l’anno dopo dal caseificio Villa Pietro, in localita’ Montagnano di Vigolo Marchese e da Serafini di Gossolengo, che produce per conto del consorzio Biopiace Grana Biologico.

La promozione di questo formaggio passa soprattutto attraverso gli agriturismi dell’Appennino piacentino, dodici dei quali sono stati coinvolti nell’uso di cucina di questo formaggio per rilanciare ricette e pietanze tipiche della zona come gli anolini e i piatti dei boscaioli dell’alta Val Nure.


Approfondimenti

Scarica qui la pubblicazione “Grana Padano di Montagna – il gusto… senza conservanti”
http://docplayer.it/35293750-Grana-padano-di-montagna.html