Parmigiano: se la pianura piange, la montagna non ride

Parmigiano-Reggiano di Bianca modenese, biologico e di montagna e solidarietà i temi centrali della Festa del Letame (15-17 giugno) di Serramazzoni

«Questa catena di solidarietà è meravigliosa: l’unico modo di aiutarci adesso è comperare il Parmigiano-Reggiano». A dichiararlo, ieri alle agenzie di stampa, è stato Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del “re dei formaggi” e figura di riferimento di uno dei maggiori comparti agricoli d’Italia, per anni basilare nell’economia emiliana e italiana di settore. Una realtà già provata, prima di questo colpo basso, da una serie di fenomeni negativi, registrati da dieci anni a questa parte, tra competizione col Grana Padano, eccessi di produzione, cali della richiesta e della popolarità, dopo le critiche mossegli dal mondo ambientalista – Greenpeace in testa – per un’alimentazione non più impeccabile come in passato (per via della soia ogm, utilizzata da molti produttori di pianura).

Certo, ora che il terremoto è sulla bocca di tutti, e che le statistiche sono state ben analizzate dai cronisti e dagli uffici stampa, se si pensa che solo la provincia di Modena copre il 10% del Pil agricolo nazionale, si capisce come il sisma che ha colpito l’Emilia rischia di minare al cuore questo prodotto. Da giorni Alai smista telefonate, legge e-mail, scorre immagini di locali di stagionatura le cui scalere sono state atterrate o in quella tragica notte del 20 o nella mattina di martedì 29, quando il fenomeno tellurico è tornato a portare scompiglio e dolore in queste terre.

 

Parmigiano-Reggiano di razza Bianca Modenese: la grande solidarietà giunta ai produttori di pianura terremotati rischia di portare seri contraccolpi alla punta di diamante della montagnaMigliaia di forme troppo giovani per non subire il trauma di un trasferimento altrove, e migliaia di altre rovinate – quelle appena intaccate, quelle spaccate o sbriciolate sotto il peso di altre forme o per l’impatto violento a terra. «È una situazione drammatica», spiega Alai: «le forme non recuperabili sono 633mila, e il danno è di almeno 150 milioni di Euro se solo si considera il formaggio, senza contare i danni alle strutture. La maggior parte del formaggio crollato al suolo si è letteralmente sbriciolata, e pare trattarsi del 20% dell’intero prodotto del comparto.

 

«In ogni forma», spiega il presidente del consorzio, «c’e’ il frutto di due anni di lavoro. Il settore muove una cifra intorno al miliardo e duecentomila euro», cifra che va raddoppiata se si passa a ragionare di prezzi al consumo. Quanto alle persone, 16.500 sono gli addetti che lavorano direttamente con latte e formaggio, ma l’indotto è di 50mila persone. «Avremmo dovuto svuotare i magazzini, ricostruirli e poi far ripartire la produzione», conclude Alai, «tornando a invitare la gente a comprare Parmigiano. Oltre alla catena di solidarietà messa in moto dai privati attraverso i social network, sono scattate anche diverse iniziative da parte della grande distribuzione.

Vacca di razza Bianca Modenese o Val Padana: uno dei motivi di superiorità del migliori Parmigiano-Reggiano della montagna modenese

E se la pianura modenese – o meglio parte di essa – non ride, la montagna piange di sicuro, ed è un pianto di vecchia data (i piccoli produttori, schiacciati dalle politiche produttive e commerciali dei grandi, ndr) che giunge ad aggravarsi ora che la richiesta “solidale” sostiene i caseifici più colpiti dal sisma. In questo eterno divario tra chi produce qualità reale (alimentazione “all’antica”, basse rese, stagionature naturali) e chi un prodotto al ribasso anche sul prezzo (condizionato sempre più dai grandi flussi commerciali e dai signori della Gdo) si può scorgere il problema vero: se da una parte gli aiuti arriveranno, prima o poi, a ripagare i caseifici scossi dal sisma, il rischio più serio è che lassù, in montagna, calino le vendite e che si perdano i clienti.

 

A portare solidarietà e sostegno a quei produttori, arriverà da qui a due settimane (venerdì 15 – domenica 17 giugno), il Festival del Letame di Pompeano di Serramazzoni, voluto e organizzato dal Caseificio Santa Rita di Pompeano con la collaborazione del Consorzio della Bianca Modenese (o Valpadana). Giunto alla sua 4a edizione e intitolato quest’anno “Il Cibo della Terra e della Solidarietà”, l’evento sarà caratterizzato dalla presenza di aziende biologiche e biodinamiche, dai temi della biodiversità, dalla presenza delle vacche di Bianca Modenese e dei loro prodotti.

 

«Comprare è il miglior modo per aiutare», ripete ormai come un mantra il presidente Alai. E ora è il momento della solidarietà, tanto per i produttori della bassa che attraversano questo duro e straordinario momento quanto per quelli della montagna, per cui la vita non è stata mai facile.

 

Il programma della manifestazione “Il Cibo della Terra e della Solidarietà” è consultabile cliccando qui (file pdf).

 

2 giugno 2012