Allergie e intolleranze alimentari: prepariamoci ad affrontarle sin dall’infanzia

di Arianna Rossoni, dottoressa dietista

Bambina colazione latte
foto Pixabay©

Una delle preoccupazioni maggiori per le neomamme è l’insorgenza delle tanto temute colite neonatali, che si manifestano tipicamente entro la dodicesima settimana di vita del piccolo, e di cui soffre in modo persistente circa il 16% dei neonati. Le coliche non sembrano essere causate né dal latte in formula né dall’allattamento al seno: le cause specifiche non sono ancora note(1). Una recente review ipotizza una possibile base comune tra l’insorgenza di coliti e la presenza di allergie alimentari, che si presentano tipicamente con sintomi intestinali, ma di cui non vanno trascurate le manifestazioni dermiche (in primis dermatite atopica). La stessa review dimostra che, nella malaugurata ipotesi di coliche ricorrenti, sia utile una dieta ad eliminazione per la mamma – se il bambino è ancora allattato al seno – o l’uso di proteine del latte estensivamente idrolizzate, se si stia usando latte in formula(2)(3).

Recenti studi hanno fatto ulteriori passi avanti: pare che aggiungendo il probiotico Lactobacillus rhamnosus Gg (Lgg) alle formule di caseina estensivamente idrolizzate si possa avere in seguito una migliore tolleranza del latte vaccino, permettendo al neonato di avere un’alimentazione varia e completa nel momento in cui verrà svezzato(4). L’uso di Lgg è stato proposto anche per trattare la diarrea acuta negli infanti(5), per ridurre l’incidenza di otite acuta, infezioni respiratorie e uso di antibiotici(6), e per prevenire la colonizzazione intestinale da parte della Candida nei bambini nati pretermine(7).

Lactobacillus rhamnosus Gg al microscopio – foto NutraingredientsUsa©

Dal probiotico Lgg una speranza per gli amanti del formaggio
Le allergie alimentari propriamente dette interessano circa il 7-8% dei bambini e il 2% degli adulti; gran parte di esse riguardano proprio il latte vaccino(8). Il problema è molto sentito nel nostro Paese, terra d’elezione di formaggi: molte persone preferiscono subire un po’ di mal di pancia pur di concedersi lo sgarro del tanto amato formaggio. Se gli studi dimostreranno che l’aggiunta del probiotico Lgg al latte in formula sia utile a prevenire l’insorgenza di allergie alimentari dopo i 3 anni si aprirebbero nuove porte per la ricerca: una simile integrazione somministrata alla donna in allattamento potrebbe dare gli stessi risultati? L’integrazione ciclica di Lgg nell’adulto può agevolare la scomparsa di allergie ed intolleranze già in atto?

La maggior parte delle reazioni avverse al latte nell’adulto ha a che fare con il lattosio (uno zucchero) e non, come i bambini, con la caseina (una proteina): in età adulta si ha una sempre minor capacità enzimatica di digerire il lattosio, ed è questa la causa di tanti irrisolti episodi di dissenterie ricorrenti. Una speranza viene da uno studio del 2001, che ipotizza un’azione benefica del Lgg in caso di intolleranza al lattosio, diarrea ricorrente e malattie infettive, anche grazie all’azione lattosio-digestiva di questo probiotico(9). Seguendo il filone di ricerca si potrebbero aprire nuovi orizzonti per gli intolleranti amanti di latte e derivati.

Chiaramente, a patto che consumino latticini di mucche allevate al pascolo o a fieno, non da allevamenti intensivi: dal momento che il latte accumula tossine e residui di fitofarmaci, non è consigliabile il suo consumo se la materia prima non è eccelsa. 

Le banche del latte umano donato
Prima di concludere quest’intervento mi preme sottolineare che la scelta di allattare il bambino al seno deve essere sempre quella preferibile per una mamma: sono innumerevoli i vantaggi salutistici, anche in età adulta. È stato ormai dimostrato che l’allattamento materno esclusivo almeno fino a sei mesi è un fattore protettivo verso patologie autoimmuni, allergie in età adulta, sindrome metabolica. 

Purtroppo, talvolta accade che la mamma debba ricorrere al latte in formula fin dalle prime settimane: potrebbe darsi che la sua montata lattea non sia sufficiente, o che soffra di patologie incompatibili con l’allattamento. In questi casi è bene informarsi attraverso un pediatra competente, scegliendo quelle formulazioni che abbiano il minor impatto sulla salute, e che siano opportunamente integrate di probiotici e prebiotici, che cercano di sopperire all’azione immunitaria tipicamente offerta dal latte di mamma. 

In mancanza di montata lattea materna, la scelta più naturale rimane quella praticata fino a cent’anni fa: affidarsi ad una nutrice. Una nutrice… moderna! In pochi ne sono a conoscenza, ma in Italia esistono le banche del latte umano donato, alle quali ci si può affidare in caso di necessità. Potete trovare tutte le informazioni e la banca più vicina a voi a questo indirizzo: http://aiblud.com/ 

18 giugno 2015

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(1)
 “Colic affected 16% of 843 infants. It was not related to breast or cow’s milk feeding”, tratto dallo studio “Prevalence of infant colic” di Hide D.W., Guyer B.M.  (clicca qui per approfondire)


(2)
 
“High quality randomized controlled trial reported an absolute risk reduction in infant’s cry/fuss duration when mothers changed from a control diet to a hypoallergenic diet (eliminating dairy foods, eggs, peanuts, tree nuts, wheat, soy and fish) for seven days. A variable degree of improvement in symptoms of IC has been observed by using extensively hydrolyzed cow milk proteins formulae (EHF)”, tratto dallo studio “The controversial role of food allergy in infantile colic. Evidence and management” di Nocerino R., Pezzella V., Cosenza L., Amoroso A., Di Scala C., Amato C., Iacono G. and Berni Canani R. (clicca qui per approfondire)


(3) 
“FA-induced gut neuronal hyperexcitability may lead to altered perception of physiological stimuli, such as intestinal distention and peristalsis, being perceived as painful events. Moreover, dysmotility and gut neuronal hyperexcitability are some of the proposed mechanisms of functional gastrointestinal disorders (FGIDs)”, tratto dallo studio “The controversial role of food allergy in infantile colic. Evidence and management” di Nocerino R., Pezzella V., Cosenza L., Amoroso A., Di Scala C., Amato C., Iacono G. and Berni Canani R. (clicca qui per approfondire)


(4) 
“Una investigación demostró que el  probiótico Lactobacilius rhamnosus GG (LGG) acelera la tolerancia a la proteína de la leche de vaca en un 80 por ciento en los niños con este padecimiento, en un plazo de un año.” dall’articolo “Probiotico Lgg mejóra tolerancia de leche de vaca en niños” (clicca qui per approfondire)


(5) 
“The use of LGG is associated with moderate clinical benefits in the treatment of acute diarrhoea in children”, tratto dallo studio “Meta-analysis: Lactobacillus GG for treating acute diarrhoea in children” di Szajewska H., Skórka A., Ruszczyński M., Gieruszczak-Białek D. (clicca qui per approfondire)


(6) 
“The administration of Lactobacillus rhamnosus GG compared with placebo has the potential to reduce the incidence of acute otitis media, the upper respiratory infections and antibiotic use in children” tratto dallo studio “Lactobacillus rhamnosus GG supplementation for preventing respiratory infections in children: a meta-analysis of randomized, placebo-controlled trials” di Liu S., Hu P., Du X., Zhou T., Pei X. (clicca qui per approfondire)


(7) 
“Probiotics could provide an innovative and less invasive approach because they modify the bowel flora by colonizing the gastrointestinal tract. Basic research has shown that in mice models, the Lactobacillus casei subsp Rhamnosus GG (LGG) is effective in preventing Candida gut colonization and systemic dissemination” tratto dallo studio “Use of Lactobacillus casei subspecies Rhamnosus GG and gastrointestinal colonization by Candida species in preterm neonate” di Manzoni P. (clicca qui per approfondire)


(8) 
“Studi europei stimano una percentuale di reazioni avverse al cibo intorno al 7,5% nei bambini e al 2% negli adulti”, tratto dall’articolo “Aspetti epidemiologici 
(clicca qui per approfondire)


(9) “The microorganisms most frequently used as probiotic agents are lactic-acid bacteria such as Lactobacillus rhamnosus GG (LGG), which has been extensively studied in recent literature. Multiple mechanisms of action have been postulated, including lactose digestion, production of antimicrobial agents, competition for space or nutrients, and immunomodulation” tratto dallo studio “Probiotic agents and infectious diseases: a modern perspective on a traditional therapy” di Alvarez-Olmos M.I., Oberhelman R.A. (clicca qui per approfondire)

“Come risaputo, da diversi anni – e come confermato da innumerevoli studi scientifici – il nostro stile di vita ed il modo in cui ci alimentiamo sono condizioni imprescindibili per vivere bene, a lungo e in salute.
Nonostante queste siano cose note, troppo spesso il modo in cui ci alimentiamo viene influenzato da false credenze, conflittualità emotiva e condizionamenti sociali.
Siamo ancora troppo legati a concetti obsoleti come il calcolo calorico (mero esercizio matematico) o la paura dei grassi; siamo condizionati da quello che dice la pubblicità; ci confrontiamo con i corpi statuari delle riviste, palesemente ritoccati a computer e finti; confondiamo la fame con la golosità; mangiamo per enfatizzare o sminuire le nostre emozioni.
Quello che mettiamo nel nostro piatto diventa parte di noi in un modo molto più profondo che non la semplice scissione dei nutrienti in energia: diventa parte del nostro essere, condiziona la nostra emotività e il nostro modo di pensare.
Al di là della composizione nutritiva dei nostri pasti, il mio interesse si focalizza in particolare sulla qualità di quello che mangiamo: non possiamo permetterci di considerare il cibo industriale al pari di quello naturale anche se presenta lo stesso potere calorico e la stessa percentuale di carboidrati, grassi e proteine.
Con il mio lavoro di dietista e divulgatrice, promuovo un’alimentazione sana, naturale, stagionale e soprattutto gratificante: il cibo non dev’essere un estenuante compromesso tra il senso di colpa e il piacere, un accordo tra ciò che si ritiene essere salutare e l’offerta proposta dai supermercati”.