
I problemi respiratori nei primi due mesi di vita delle vitelle da latte – più comunemente conosciuti come Brd (Bovine Respiratory Disease, sindrome respiratoria bovina) rappresentano una delle maggiori insidie non solo di carattere veterinario e contingente, per l’azienda da reddito, ma anche e ancor più nella proiezione della redditività, in quanto influenzano in maniera grave la produzione lattea.
A renderlo noto è un articolo pubblicato giovedì scorso dal sito web statunitense Bovine Vet Online (titolo originale: “Respiratory Issues in Young Calves Leads to Lower Milk Production”), che riferisce di “una significativa perdita di produzione di latte nella prima lattazione”, testimoniata da un recente studio condotto dalla University of Guelph, in Ontario e pubblicato dal Journal Dairy Science (autori: TR Dunn, e altri).
Ad essere presa in considerazione è stata la congestione polmonare in vitelle di razza Holstein, risultata più frequente (57% dei casi) di quanto si sia portati a credere. L’analisi del gruppo di bovine monitorate in corso di prima lattazione ha evidenziato un calo medio nella resa produttiva pari a 524 chili (1.155 libbre) di latte in 305 giorni di lattazione (1,7 chili/giorno di media).
L’articolo, raggiungibile cliccando qui, riporta anche dati maggiormente negativi – come l’avvenuta vendita per lattazione insufficiente, i decessi, etc. – evidenziatisi in percentuali significative. Lo studio dell’University of Guelphy (qui il suo abstract) racconta la complessità del quadro clinico della Brd, le implicazioni negative che complicano il quadro generale dell’animale e l’importanza di una diagnosi precoce, non semplice in assenza di una radiografia toracica che permetta di valutare il necessario consolidamento polmonare. Quest’ultimo si evidenzia come l’indicatore più importante per valutare l’insorgere di problematiche.
28 maggio 2018