Valorizzare le produzioni locali, divulgare l’esistenza di eventi che promuovono i piccoli allevamenti, sostenere l’economia di aziende agricole spesso a dimensione familiare, utili al presidio dei territori cosiddetti “marginali”: sono tutti compiti che l’editoria – locale e non – e gli enti turistici si prefiggono da decenni, avendo messo in piedi quindi macchine che dovrebbero essere ben rodate. A volte però gli organici sembrano non avere le dovute competenze, come se su quelle poltrone fossero state messe persone scelte un po’ a caso.
A mettere in evidenza il grave limite di un sistema di promozione diffuso è il caso di un recente articolo-fotocopia (frutto di palesi “copia e incolla”) riguardante la Sagra del Caciocavallo di Castelfranco in Miscano (13-16 settembre). Il pezzo, pubblicato di recente da alcune testate campane (noi l’abbiamo trovato su ECampania e Grande Napoli), mette in evidenza il pressappochismo di chi opera nel mondo dell’informazione non avendone evidentemente né titolo né competenza.
L’errore – marchiano e avvilente – è verosimilmente dovuto all’abuso del T9 (la tecnologia che corregge errori di scrittura, avendo a disposizione, è evidente, un vocabolario assai limitato), che ha trasformato – udite udite – la parola “Podolico” in “Podalico”.
Il passaggio dell’articolo in cui è riportato lo strafalcione recita così: “Nel corso della kermesse gastronomica sarà possibile degustare il caciocavallo di podalica, il prodotto più famoso della zona…”: non tanto un errore da “fischi per fiaschi”, quindi, giacché, così facendo, si semina ignoranza tra chi – e sono in tanti, purtroppo, anche nelle nostre campagne – pur nutrendosi di carne, non distinguono un bue da una vacca. Figuriamoci una razza dall’altra.
Al di là del programma della manifestazione, che i nostri lettori potranno trovare cliccando qui, l’errore assume i connotati del grottesco, se non addirittura dell’insulto, per una cultura locale – quella degli allevatori di una razza che è inclusa nel novero delle 5R, le 5 razze italiane da carne di particolare pregio – che caratterizza fortemente il mondo allevatoriale di larga parte del nostro Meridione. Anche e soprattutto perché, continuando a navigare, nell’imminenza della pubblicazione di questo articolo, scopriamo che il problema è scaturito nientepopodimenoche dal sito web dell’Ept, l’Ente Provinciale per il Turismo di Benevento, il che aggrava ulteriormente il quadro della situazione: chi ha selezionato il personale che opera nell’ufficio stampa di quell’ente? Per quali meriti e competenze? Seguendo quali logiche?
In attesa di risposte che mai arriveranno e cercando di prenderla tra il serio e il faceto, riflettiamo sull’errore e ci viene da pensare che se in questa vicenda c’è qualcosa di podalico, ovvero di “fatto con i piedi”, quello è di sicuro l’articolo in questione, meschinamente scritto da uno, da nessuno controllato, e ancor più meschinamente copiato tal quale nelle redazioni. Come accade in tutte le scuole, dove i ciucci più ciucci anziché buttare l’occhio sul compito del compagno più bravo, copiano da chi a volte ne sa meno di loro.
10 settembre 2018
Per chi volesse leggerli con i propri occhi, i due articoli “incriminati” sono raggiungibili cliccando qui e qui. Buona (si fa per dire) lettura a tutti!