Un bicchiere di latte al giorno per affrontare la chemioterapia

Un recente studio – condotto dai ricercatori di Virginia Tech University e Wake Forest School of Medicine, Nord Carolina – dimostra che le proteine ​​del latte possono alleviare alcuni effetti collaterali della chemioterapia. La ricerca suggerisce che la chemioterapia e altre terapie antitumorali possono compromettere seriamente la funzionalità delle papille gustative e dei recettori olfattivi, una menomazione che spesso sfocia nell’inappetenza, nel dimagrimento, nel deperimento orgaico e più in generale nella incapacità di alcuni pazienti di recuperare dalla malattia.

Per condurre il loro studio, i ricercatori hanno valutato la lattoferrina, proteina altamente bioattiva presente nella saliva e nel latte, come trattamento per la Tsa (“Taste and Smell Abnormalities”, ovvero “Anomalie del Gusto e dell’Olfatto”).

Nel presentare lo studio, uno dei ricercatori, la dottoressa Susan E. Duncan, ha sottolineato che : «I meccanismi molecolari alla base della Tsa non sono del tutto chiari: il sintomo prevalente descritto dai pazienti sottoposti a chemioterapia è un sapore o un retrogusto metallico persistente, con o senza assunzione di cibo, che può durare per ore, settimane o addirittura mesi dopo il completamento dei trattamenti».

Di conseguenza, i malati di cancro soffrono di scarso appetito, perdita di peso, depressione e nutrizione ridotta, tutti fattori che sono dannosi per il recupero. Sebbene la Tsa sia diffusa e frequentemente segnalata dei malati di cancro come un fattore rilevante si disagio, fino ad ora non sono state stabilite terapie che possano prevenire o trattare in modo affidabile il problema.

«La nostra ricerca», ha spiegato la Duncan, «dimostra che l’assunzione giornaliera di lattoferrina induce utili cambiamenti nei profili proteici salivari nei pazienti oncologici, cambiamenti che possono essere influenti nell’aiutare a proteggere le papille gustative e la percezione dell’odore»..

«Suggerendo la lattoferrina come integratore alimentare», ha proseguito Duncan, «possiamo ridurre la Tsa per molti pazienti, ripristinando la loro capacità di gustare cibi durante un periodo in cui la nutrizione può svolgere un ruolo chiave nel loro recupero».

Secondo i ricercatori, lo studio potrebbe aiutare a sviluppare biomarker mirati alla Tsa e strategie per migliorare la qualità della vita durante la chemioterapia. «I malati di cancro e le loro famiglie e amici», hanno proseguito i ricercatori, «possono trovare di nuovo conforto nel godersi un pasto insieme».

Al termine della presentazione del lavoro, i ricercatori hanno affermatoa convinzione che questa loro scoperta, opportunamente sviluppata, consentirà ai malati di cancro di gustare i cibi in modo appropriato e di godere di un appetito più sano, quindi di un’alimentazione ottimale durante il periodo critico di recupero. “Un supplemento di lattoferrina”, hanno sottolineato Duncan, “migliora anche l’espressione delle proteine ​​immunitarie salivari, che possono aiutare a ridurre lo stress ossidativo e gli effetti collaterali che ne derivano. In questo modo, anche le infezioni orali – come il mughetto – possono essere efficacemente contrastate”.

8 ottobre 2018