Un nuovo rapporto della Fao, divulgato mercoledì 17 scorso, torna a ribadire la straordinaria rilevanza del contributo che il settore zootecnico globale – in particolare quello legato alla vita di milioni di produttori poveri su piccola scala nei Paesi in via di sviluppo (che dipendono dal bestiame) – può e deve dare, attraverso i cambiamenti delle politiche e delle pratiche correnti.
La pubblicazione, intitolata “World Livestock – Trasformare il settore zootecnico attraverso gli obiettivi di sviluppo sostenibile” (titolo originale “World Livestock – Transforming the livestock sector through the Sustainable Development Goals”) afferma la necessità di trasformare il settore zootecnico rispettando gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, attraverso un rinnovamento del dibattito sulla produzione zootecnica. “Dibattito”, spiega la Fao, “che finora è stato focalizzato sull’incremento della produzione orientato a soddisfare la crescente domanda di prodotti animali, per nutrire una popolazione globale in crescita, riducendone al contempo l’impatto ambientale”.
“Questo è un obiettivo necessario, ma il nuovo rapporto della Fao sostiene un approccio più ampio e più ambizioso”. Secondo quanto afferma la pubblicazione, “riorganizzando il settore zootecnico per sostenere meglio l’agenda di sviluppo sostenibile 2030 delle Nazioni Unite, è possibile ottenere una gamma più ampia di benefici, tra cui il miglioramento della sicurezza alimentare e nutrizionale”, ma anche un diverso “accesso all’energia, la parità di genere, il miglioramento della gestione ambientale e la diffusione di pace e stabilità”.
“Anche le più moderne società post-industriali”, sottolinea il documento, “rimangono dipendenti dall’allevamento del bestiame per la propria sicurezza alimentare e nutrizionale”. Il settore zootecnico, ha sottolineato il direttore generale della Fao, Jose Graziano da Silva, «ha un’importanza di lungo periodo» e può svolgere un ruolo chiave nel migliorare la vita di milioni di persone «fornendo cibo, lavoro e reddito, resilienza e opportunità economiche».
«Affinché tutto questo possa accadere», ha evidenziato da Silva, «è necessario affrontare una serie di interazioni complesse come quella della concorrenza per la terra, per la produzione di foraggio, che può limitare la disponibilità di risorse per produrre cibo». Inoltre bisogna «promuovere una maggiore competitività del settore, attraverso livelli più elevati di concentrazione del mercato, che probabilmente ostacoleranno la capacità di partecipazione dei piccoli produttori».
«C’è anche un urgente bisogno di fermare l’uso improprio di antimicrobici nell’allevamento del bestiame», ha aggiunto il direttore generale della Fao, riferendosi “all’uso degli antibiotici nell’aumento di pericolosi microrganismi resistenti agli antimicrobici”.
“Affrontare queste sfide”, prosegue il rapporto della Fao, “richiederà ai Paesi di riesaminare i propri settori nazionali e di sviluppare politiche adeguate alle circostanze locali e progettate per promuovere una crescita equa. In particolare, saranno necessarie misure per garantire che i produttori su piccola scala siano i principali beneficiari della continua crescita del settore”.
22 ottobre 2018
Per scaricare il rapporto “World Livestock – Transforming the livestock sector through the Sustainable Development Goals” , in lingua inglese, clicca qui