Ci sono i caseifici della Terra dei Fuochi nell’ultima fatica teatrale di Eduardo Tartaglia

“Se un’idea non ha significato e utilità sociale non mi interessa lavorarci sopra”: è questo il concetto di teatro che fu al centro del lavoro di Eduardo De Filippo e che oggi ritroviamo nell’opera di un altro Eduardo – Tartaglia – che con il suo “I Fiori del Latte”, con protagonista Biagio Izzo, si propone di riaccendere l’attenzione sulle gravi problematiche ambientali della Terra dei Fuochi.

Un’opera, questa di Tartaglia, che da settimane sta incontrando i favori del pubblico campano e della critica, avendo registrato diversi sold out, una crescita di interesse e la vicinanza incondizionata della gente per una tematica su cui la vigilanza deve rimanere alta, e la politica è chiamata a giocare il suo ruolo.

Ciò che sorprende, in questo “I Fiori del Latte”, è la capacità di trattare un argomento assai problematico raggiungendo le coscienze degli spettatori, senza sacrificare la vena ironica – e a volte comica – dimostrando come questi aspetti dell’opera teatrale possano essere conciliati con i temi della più scottante attualità e riflessione sociale.

La storia è ambientata in un caseificio nell’imminenza della sua apertura. Un caseificio che ubicato in un paese che sulle mappe geografiche non esiste ma il cui nome – Casal di Sotto Scalo – allude con inequivocabile evidenza ad uno dei centri nevralgici del potere camorristico, il più strettamente correlato alle vicende del territorio flagellato da sversamenti e roghi di ogni genere di rifiuto.

Nel caseificio i due cugini Aniello e Costantino decidono di investire i risparmi di una vita, dopo anni di sacrifici, in una produzione che possa diventare un modello per le generazioni future e che nel presente rappresenti una sfida a quanti si siano adagiati su posizioni perdenti, vittimistiche, passive e autolesionistiche.

I loro formaggi saranno naturali, senza additivi chimici (un messaggio al dilagare dell’acido citrico di chi pensa che “tanto la gente non se ne accorga”) o altre diavolerie. Purtroppo però, in direzione opposta alle loro intenzioni è il fato a predisporre il colpo di scena su cui verterà buona parte della vicenda: alla vigilia dell’inaugurazione, proprio nel recinto delle bufale, i due scoprono dei bidoni interrati che fanno crollare loro il mondo addosso.

Da qui in avanti i dubbi e i ripensamenti si impadroniscono delle coscienze dei due, che non sanno cosa fare: se denunciare l’accaduto e vedersi chiudere l’azienda ancor prima della sua apertura, o fare finta di nulla, tenendo dentro di sé uno spettro con cui le loro coscienze non potranno evitare di confrontarsi, giorno dopo giorno, per una vita intera. E chissà a quale altro prezzo.

La forza di questa commedia sta proprio nella capacità di affrontare un argomento così scottante mescolando sempre il divertimento con la riflessione, senza mai cadere in facili moralismi o in giudizi banali. La scrittura di Tartaglia riesce a smontare con grande ironia e forza comica la dolorosa scoperta di una vita avvelenata da scelte complicate.

A risolvere l’empasse di una scelta difficile da prendere sarà l’arrivo sulla scena di un’ex fidanzata di Aniello, che all’interno della storia porta a sorpesa una notizia ancora più drammatica e sconvolgente, se possibile, per i due. Una notizia che ha il potere di spazzare via in un istante dalla scena esitazioni, paure e sensi di colpa. Sarà la svolta inattesa, il colpo di teatro capace di spostare l’attenzione su altre problematiche, mantenendo sullo sfondo quel senso di destino e fatalità verso i quali solo il carattere, la forza interiore, le scelte, le vicende che si dipaneranno porteranno i protagonisti ad uscirne fuori nel migliore dei modi: raccogliendo finalmente, dopo ulteriori vicende non semplici, i frutti di una vita di sacrifici e impegno.

Lo spettacolo, scritto da Eduardo Tartaglia, è diretto da Giuseppe Miale di Mauro, e vede sulla scena Biagio Izzo, Mario Porfito, Angela De Matteo, Stefano Jotti, Stefano Meglio e Ivan Senin. Da non perdere. La programmazione è disponibile online, accessibile attraverso i principali siti di vendita di biglietti e critica teatrale.

26 novembre 2018