Zoonosi: rallentano i progressi. Preoccupa la listeriosi in ascesa

Una coltura di listeria in agar agar nella capsula di Petri – foto Nathan Reading© – Creative Commons License©

Salmonellosi, listeriori, brucellosi: sono solo tre delle tante malattie infettive che gli animali possono trasmettere all’uomo. Un tema, quello delle zoonosi – questo il termine scientifico di tali patologie – che anche a seguito all’aggravarsi del fenomeno dell’antibiotico-resistenza, assume la massima rilevanza nell’àmbito delle attività di monitoraggio, studio e profilassi delle autorità europee responsabili della sanità pubblica.

“L’anno scorso nei Paesi dell’Unione Europea” si sono registrate “minori fluttuazioni nelle segnalazioni di malattie zoonotiche, rispetto al 2016”. A comunicarlo è l’Efsa, autorità europea per la sicurezza alimentare, che precisa quanto “negli ultimi cinque anni i casi di salmonellosi e campilobatteriosi è infatti rimasto stabile”, mentre “la listeriosi continua ad aumentare”.

Dopo diversi anni di calo, il numero di casi di salmonellosi nell’Ue si è infatti stabilizzato: nel 2017 il loro numero è sceso leggermente (da 94.425 a 91.662 casi), ma negli ultimi tempi la tendenza al ribasso si è arrestata. Sono queste le principali conclusioni della relazione annuale sulle tendenze e le fonti di zoonosi, pubblicata mercoledì scorso dall’Efsa, per l’appunto, e dall’Ecdc (European Centre for Diseases Prevention and Control), il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

“Dopo anni di significativi progressi nel ridurre l’onere delle malattie veicolate da alimenti nell’Ue, in particolare Salmonella”, ha sottolineato l’Efsa in una nota ufficiale, “la situazione è ora in fase di stallo”. «Occorrono rinnovati sforzi», ha dichiarato il direttore scientifico dell’ente, Marta Hugas, «per far sì che questi dati possano continuare a scendere».

La Salmonella Enteritidis è il tipo più comunemente riferito di Salmonella che colpisce l’uomo, ed è quello che causa una epidemia di origine alimentare su sette. Nel periodo 2013-2017 l’andamento di questa zoonosi è risultato stabile sia nell’uomo che nelle galline ovaiole, rispecchiando un’analoga tendenza.

Per quanto concerne i 5.079 focolai veicolati nel 2017 da alimenti e acque essi indicano un un calo del 6,8% rispetto al 2016. E i batteri di Salmonella sono stati la principale causa di epidemie di origine alimentare, in particolare nei prodotti a base di carne e uova, causando il maggior numero di focolai epidemici.

«Il crollo del numero di focolai», ha dichiarato il direttore scientifico dell’Ecdc, Mike Catchpole, «è da vedere positivamente, anche se nel 2017 abbiamo assistito a una media di cento focolai infettivi a settimana che sono stati causati da cibi e acque, interessando talvolta più di un Paese». «Queste infezioni», ha aggiunto Catchpole, «sono nell’Ue un’importante causa di malattia per l’uomo. La tendenza all’aumento della listeriosi, che continua a causare decessi tra i gruppi vulnerabili, deve essere invertita».

Campylobacter e Listeria – I casi di campilobatteriosi sono diminuiti leggermente nel 2017 rispetto al 2016 (246.158 rispetto a 246.917), ma si tratta pur sempre della malattia zoonotica più comunemente segnalata nell’Ue. La più alta percentuale di presenza è stata rilevata nella carne di pollo (37,4%) e nella carne di tacchino (31,5%).

Nel 2017 i casi di listeriosi sono lievemente diminuiti: sono state segnalate 2.480 infezioni contro le 2.509 del 2016. Tuttavia negli ultimi cinque anni la tendenza è stata al rialzo. La fascia di popolazione più colpita dalla malattia nel 2017 è stata quella degli anziani, in particolare i soggetti di oltre 84 anni. In questa fascia di età il tasso di mortalità per listeriosi era del 24%; globalmente nell’Ue l’infezione è stata fatale nel 10% dei pazienti. I più alti livelli di Listeria monocytogenes sono stati rilevati nei prodotti della pesca (6%), seguiti da insalate pronte (4,2%).

“La relazione” dell’Efsa sulle zoonosi, precisa l’ente nella nota, “riassume ulteriormente le tendenze e le fonti di tubercolosi dovute a Mycobacterium bovis, Brucella, Stec (Shiga Tozxin Escherichia Coli), Yersinia, Trichinella, Echinococcus, Toxoplasma congenito, Rabbia, Coxiella burnetii (Febbre Q), Virus del Nilo occidentale e Tularemia. Il documento si basa sui dati raccolti nel 2017 da tutti i ventotto Stati membri dell’Unione europea”.

17 dicembre 2018