Prometheus è un progetto che guarda ad un futuro agricolo sostenibile, ecologico e ambientalista, con forti radici nel passato. Riguarda una pratica agricola ormai largamente perduta, ma al tempo stesso viva nella memoria di alcune comunità locali resistenti: quella dello sfalcio manuale dell’erba.
Il suo rilancio è stato al centro di iniziative nel corso del recente “Cuneo Montagna Festival” conclusosi sabato scorso, 2 marzo. L’obiettivo che Prometheus si prefigge è quello di tornare ad insegnare lo sfalciomanuale, “recuperando silenzio, ordine, manualità”, spiegano i suoi fautori, di un gesto agricolo assai rilevante.

«Tre caratteristiche ottime», ha spiegato Riboli, «da portare in particolare in aziende biologiche che vogliono con noi avviare delle sperimentazioni. Abbiamo con Prometheus selezionato tre aree pilota, le Valli Grana e Maira, la Val Camonica, il Parco Gran Paradiso. Possiamo promuovere nuovi corsi per chi scoprirà l’importanza dello sfalcio a mano. Che non costa di più, anzi custodisce importanti valori». E che, aggiungiamo noi, lascia l’erba pulita.
Nel progetto Prometheus c’è molto: c’è la cura per i territori, al fine di garantire la giusta manutenzione del paesaggio, la qualità e la tracciabilità dei prodotti e delle filiere, la salvaguardia delle tradizioni, ma anche l’aggregazione, la formazione attorno ad altri storici mestieri delle valli e del mondo agricolo, e la garanzia di un’alimentazione sana per gli animali. E di conseguenza per i consumatori.
Il progetto nasce a Dronero, dove ha sede la storica fabbrica “Falci”, fondata nel 1921, ed è stato presentato dalla sua ideatrice, Stefania Riboli, affiancata per l’occasione da Paola Olivero, assessora al Patrimonio del Comune di Cuneo e da Marco Bussone e Lido Riba, rispettivamente presidente di Uncem nazionale e Uncem Piemonte. Il prossimo passo vedrà Stefania Riboli impegnata nei corsi di formazione e promozione programmati nelle Langhe, tra le viti di Nebbiolo da cui nasce uni dei più grandi Barolo: il Cannubi.
«Scriverò al ministro Centinaio e al sottosegretario Manzato», sottolinea la fautrice di Prometheus, «per invitarli a Dronero a visitare la fabbrica Falci e per portarli a sfalciare in un campo sperimentale, come ho già fatto con l’assessore regionale Alberto Valmaggia. Coinvolgeremo Uncem e tutte le associazioni di categoria».
“Reintrodurre lo sfalcio manuale”, è stato sottolineato nella presentazione del progetto, “favorisce la biodiversità e un modello economico agricolo in cui associazioni fondiarie e cooperative di comunità sono determinanti”.
Tra le collaborazioni già avviate, quella con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in cui si è dato molto spazio anche al recupero del senso antropologico del gesto, dello sfalcio a mano. Dalla formazione e dalla sperimentazione in campo nasceranno varie opportunità, tra cui, assicurano i fautori dell’iniziativa, anche la creazione di “banche del fieno” in grado di favorire piattaforme di gestione del fieno sfalciato a mano.
Un progetto con una serie di questioni pratiche da mettere ancora a punto – è evidente – ma che ha trovato già il conforto di diverse e prestigiose adesioni che consentono di sperare in qualcosa di concreto, per il futuro. Magari già in occasione del centenario della storica fabbrica Falci di Dronero, nel 2021.
4 marzo 2019