L’Enea presenta Safefood, il dispositivo laser che sconfigge i falsari del cibo

foto Enea©

Ancora una volta l’Enea (Agenzia nazionale nuove tecnologie, energia e sviluppo economico sostenibile) scende in campo al fianco dei produttori agroalimentari, per sostenerli nella non semplice attività di contrasto alle frodi. Lo fa con un dispositivo laser portatile innovativo, denominato “Safefood”, che permette uno screening rapido e affidabile della qualità del cibo.

Grazie poi al progetto integrato “TecHea”(1), per il quale Enea ha stanziato un milione di euro, i tecnici e i ricercatori dell’ente stanno lavorando a due prototipi, che verranno approntati nei laboratori di Frascati: uno destinato alle attività ispettive degli organi di controllo – un esempio tra tutti, quello dei Nas dei Carabinieri – l’altro ai controlli di qualità nell’industria alimentare.

«Attualmente» spiega il responsabile di progetto Luca Fiorani, «non esistono in commercio strumenti con queste caratteristiche. I controlli antifrode vengono fatti in laboratorio con analisi costose, lunghe e complesse che richiedono personale specializzato». «Nei laboratori di Frascati stiamo lavorando per rendere i nostri dispositivi laser strumenti alla portata di chi deve garantire qualità e sicurezza degli alimenti, dalle imprese, alla grande distribuzione fino agli organi ufficiali di controllo“.

Basati su una tecnologia laser che utilizza luce e suono per rilevare sostanze nocive o non dichiarate in etichetta, i due strumenti si differenziano in base al loro specifico utilizzo: quello destinato all’industria alimentare è progettato per integrarsi nel processo industriale e monitorare tutta la catena produttiva; quello destinato invece alle autorità ispettive sarà maneggevole e di facile utilizzo, avrà le dimensioni di una valigetta e avrà la funzione di un vero e proprio mini-laboratorio portatile, in cui basterà inserire un piccolo campione di cibo per ottenere in pochi secondi lo screening preciso di eventuali contaminanti.

Saranno proprio queste caratteristiche a renderlo adatto ai controlli veloci e mirati in tutti i canali della distribuzione: dai mercati ai supermercati, dalle mense agli ospedali, dalle aziende ai ristoranti.

«La tecnologia alla base dei due apparecchi antifrode», ha precisato Adriana Puiu del laboratorio “Diagnostiche e metrologia” dell’Enea, «si chiama spettroscopia laser fotoacustica. Tecnicamente funziona così: si “spara” sul campione un fascio laser a infrarosso. Il campione si riscalda, si espande e genera un’onda di pressione, una sorta di “eco” che viene ascoltata come suono attraverso un microfono. In questo modo riusciamo ad analizzare qualsiasi sostanza, senza che le sue molecole vengano alterate, e possiamo ottenere immediatamente i risultati per capire se siamo di fronte a una frode alimentare».

Questa tecnologia è stata sinora testata su alimenti di grande consumo come pesce, bibite e succhi di frutta, latte in polvere, olio d’oliva e vino. Nel caso del pesce, sia fresco che in scatola, il laser ha individuato la presenza di istamina, una molecola tossica che si forma quando il pescato è vecchio o conservato male. Dato che questa sostanza non viene distrutta durante la cottura, l’unico modo per tutelare la salute dei consumatori è di bloccare la merce prima che raggiunga la vendita.

Nei succhi di frutta e nelle bibite analcoliche il sistema hi-tech permette di identificare la presenza di cinque dolcificanti non dichiarati in etichetta come fruttosio, glucosio, maltosio, aspartame e saccarosio; nel latte in polvere è in grado di rilevare la contaminazione da melammina, una sostanza usata per produrre la plastica ma capace di simulare il contenuto di proteine causando gravi danni renali nei neonati, mentre negli agrumi riesce a scovare infezioni da patogeno. Nell’olio extravergine di oliva, invece, può essere individuata la presenza di oli vegetali di basso costo e qualità, mentre nel vino vengono individuate sostanze come il metanolo, i solfiti e il glicole etilenico, molto usato nei liquidi antigelo per automobili e molto utilizzato dai contraffattori.

La ricerca che ha portato alla realizzazione del laser antifrode nasce dal progetto Sal@Cqo, finanziato con 3 milioni di euro dal Ministero dello Sviluppo Economico coinvolgendo l’Enea e sei partner industriali.

11 marzo 2019

Per maggiori informazioni:
Luca Fiorani
Enea – Laboratorio “Diagnostiche e metrologia”
e-mail: luca.fiorani@enea.it

(1) Technologies for Health: sistemi per applicazioni alla tutela della salute del cittadino